In occasione del 50° anniversario di sacerdozio dell’arcivescovo di Otranto, mons. Donato Negro, Portalecce pubblica una serie di interventi non solo per festeggiarlo ma soprattutto per fare memoria ed invitare la comunità diocesana leccese, di cui egli è figlio, alla preghiera per lui e per le vocazioni al sacerdozio.
Mi unisco alla Chiesa di Otranto e alla Chiesa di Lecce nella preghiera di lode e di ringraziamento al Signore per il lungo e fecondo ministero sacerdotale ed episcopale di mons. Donato Negro.
Ho avuto la gioia di vivere accanto a lui i primi anni di sacerdozio, prima nel seminario diocesano e poi in diocesi, nel periodo in cui ha svolto l’ufficio di provicario. Per me è stato e continua ad essere fratello, maestro e modello. Divenuto rettore nel seminario di Molfetta e poi vescovo della stessa diocesi, gli incontri si sono diradati come quantità, ma mai come intensità: ho trovato in lui sempre le risposte che cercavo nell’esercizio del ministero.
Ho trovato le sue lettere pastorali e i suoi scritti ricchi di saggezza teologica e pastorale. Ammiro molto la limpidità del pensiero, la semplicità incisiva dell’esposizione, la fedeltà gioiosa e convinta al Magistero della Chiesa, lo spiccato spirito pastorale che sa unire l’amore alla verità con l’amore alla persona e sa affrontare tempestivamente e lucidamente i problemi della vita pastorale, culturale e sociale.
Apprezzo la sua fede, il suo impegno e il suo qualificato contributo che continua a offrire al popolo di Dio. Il contesto culturale post-moderno, nel quale ci troviamo è pieno di sfide e di grandi domande di senso anche per la fede. Il vescovo Donato sa interpretarlo e sa impostare una esperienza ecclesiale viva, propositiva, cordiale.
Sia a Molfetta sia ora a Otranto ciò che lo contraddistingue è il suo consumarsi per il vangelo, il suo dedicarsi con passione alla cura dei seminaristi e dei sacerdoti, alle Chiese in Italia da presidente del Comitato per il sostegno economico alla Chiesa Cattolica, servizio che ricorda ai fedeli che la Chiesa per la sua missione ha bisogno anche di risorse economiche.
Con passione e competenza ora serve le Chiese di Puglia quale presidente della Conferenza episcopale regionale. Questa molteplice e feconda vita sacerdotale ed episcopale si spiega solo se alla base c’è una profonda spiritualità. Come scrive Papa Francesco in Evangelii gaudium: «La gioia del Vangelo che riempie la vita della comunità dei discepoli è una gioia missionaria. (...) Ha sempre la dinamica dell’esodo e del dono, dell’uscire da sé, del camminare e del seminare sempre di nuovo, sempre oltre» (n. 21), e mons. Donato trasmette questa gioia, caratteristica fondamentale del buon pastore, che a imitazione di Gesù Cristo e identificandosi con Lui, ama, dona la vita, la consuma per amore alle persone che gli sono state affidate. Chi è profondamente immerso in Dio sa stare molto vicino agli uomini. La prima condizione per annunciare loro Cristo infatti è amarli, perché Cristo li ama già prima. Grazie eccellenza!