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In occasione del 50° anniversario di sacerdozio dell’arcivescovo di Otranto, mons. Donato Negro, Portalecce pubblica una serie di interventi non solo per festeggiarlo ma soprattutto per fare memoria ed invitare la comunità diocesana leccese, di cui egli è figlio, alla preghiera per lui e per le vocazioni al sacerdozio.

 

 

 

Il giubileo sacerdotale è un invito a rendere grazie a Dio per il dono della vocazione e per le meraviglie e i benefici che il Signore ha dispensato nella Chiesa mediante il ministero sacerdotale ed anche episcopale del nostro caro mons. Donato Negro.

Inoltre, la ricorrenza giubilare sospinge la memoria a volgere lo sguardo verso il passato, focalizzando tempi, luoghi ed esperienze vissuti insieme. Il ricordo va agli anni giovanili quando da seminaristi con Don Donato avevamo modo di stare insieme, soprattutto i mesi estivi, nel nostro paese di San Cesario, nell’allora unica parrocchia di Santa Maria delle Grazie.

Nel cammino formativo era avanti a noi; nel nostro colloquiare perciò era sempre più approfondito e propositivo nell’accostarci alle conoscenze filosofiche e teologiche. Amava lo studio e anche nel tempo estivo si dedicava con costanza alle letture di quanto poteva arricchire il suo bagaglio culturale e la sua formazione spirituale. A volte andando a trovarlo nella sua piccola e antica casa lo si trovava immerso tra i numerosi libri che riempivano la sua scrivania. Spesso sottolineava che “il prete oggi deve essere all’altezza dei tempi moderni”. Erano gli anni del dopo Concilio, tempo in cui si progettava una Chiesa al passo con i segni dei tempi ma anche epoca di contestazioni e di rinnovamento nella Chiesa. Don Donato, da giovane teologo, ha sempre avuto uno stile critico ma equilibrato; pronto al dialogo ma senza svendere la verità; capace di confronto ma propositivo nell’indicare quei valori evangelici che danno un senso alla vita e al futuro della persona e della comunità.

Le passeggiate serali erano arricchite da ironiche e divertenti battute ma anche da scambio di opinioni che sempre ti lasciavano riflettere. Attento anche al sociale e alla dimensione educativa della persona sin dall’infanzia, ricordo una sua citazione del saggista Bonaventura Tecchi in cui si affermava che al vecchio saggio socratico “conosci te stesso” occorre aggiungere “conosci l’altro”.

Nei suoi studi teologici e pedagogici don Donato non soltanto ha approfondito e interiorizzato questo assioma ma lo ha anche attualizzato lungo il suo cinquantennale ministero sacerdotale ed episcopale. E anche per questo giubiliamo con lui e rendiamo grazie a Dio.

*arciprete di San Cesario di Lecce

 

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