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Nonostante le prime pagine dei giornali ne parlino sempre più di rado, la guerra in Ucraina prosegue e, in Moldova, anche l’impegno della Fondazione Regina Pacis, a pochi chilometri dal conflitto.  

 

 

 

Certamente la guerra avanza con la morte e la distruzione, anche se la cronaca non è sempre attuale e non manifesta la verità di una situazione che è sempre più drammatica.

La Fondazione Regina Pacis è sempre impegnata sul difficile fronte dell’accoglienza e dell’assistenza, con cifre che preoccupano per il futuro e fanno riflettere sul fatto che non si potrà andare a lungo avanti. Attualmente la Fondazione, braccio missionario della Chiesa di Lecce ha sempre attive tre strutture di accoglienza ed attraverso la Mensa Papa Francesco assiste ogni giorno trecento famiglie, per un totale di circa mille rifugiati.

Sono cifre che fanno riflettere e che impressionano, oltre a porre degli interrogativi sulle prospettive. Tutto questo mentre tra i rifugiati ucraini c’è stanchezza, angoscia per il futuro, preoccupazione per un futuro che non ha delle prospettive chiare. Inoltre, tra poco più di un mese avrà inizio la scuola e quindi cosa avverrà dei minori ucraini accolti nelle strutture?

“Mentre il conflitto si avvicina sempre più alla Moldova - ha commentato don Cesare Lodeserto - l’accoglienza è per noi un impegno quotidiano da affrontare con carità ed attenzione. Non è assolutamente facile ed abbiamo anche bisogno di aiuti, che purtroppo sono diminuiti. Dobbiamo inoltre predisporre altri servizi: assistenza sociale, psicologica, sanitaria e per l’integrazione”.

“Tutto questo - conclude il presidente della Fondazione Regina Pacis - mentre le forze armate russe avanzano verso la Moldavia, con l’intento di arrivare al territorio separatista della Transnistria dove la diocesi di Chisinau opera attraverso ben sei parrocchia. Allora cosa avverrà? Un interrogativo che genera solo inquietudine”.

 

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