La settimana di preghiera per l'Unità dei cristiani si è conclusa con la celebrazione ecumenica presso la bellissima Abbazia di Santa Maria a Cerrate, tutelata e custodita dal Fondo Ambientale Italiano (FAI).
L'antica Abbazia Bizantina, per questo importante evento di preghiera, è stata affollata anche da fedeli delle altre confessioni cristiane. Hanno partecipato: l'arcivescovo Michele Seccia, padre Ovidiu Grancea, parroco della Chiesa Ortodossa Rumena, i coniugi Tommaso e Giusi Carpino, entrambi pastori della Chiesa Evangelica Internazionale, padre Giovanni Giannoccolo, parroco, a Lecce, della Chiesa Ortodossa d'Italia e Malta e il padre Nik Pace, protopresbitero della parrocchia di rito bizantino in Lecce, dell'Eparchia Italo-Albanese di Lungro.
Il testo della preghiera è stato curato dall'Ufficio diocesano per l'ecumenismo e il dialogo Interreligioso diretto da don Carlo Santoro che ha commentato la celebrazione. La preghiera è stata animata da canti della tradizione occidentale e orientale, eseguiti dal Coro liturgico bizantino presso la parrocchia di S.Nicola di Myra in Lecce.
Le riflessioni dei celebranti sono state ispirate dal tema della settimana di preghiera di quest'anno che è stato proposto dalle comunità cristiane dell'Indonesia, che hanno scelto i versetti del Deuteronomio 16-18,20 "Cercate di essere veramente giusti".
Il pastore Tommaso Carpino ha sottolineato che è in Dio che dobbiamo trovare il vero significato della giustizia, al quale tutti i cristiani devono conformarsi per ritrovare insieme tutti i possibili percorsi di unità.
Padre Ovidiu Grancea ha citato la lettera scritta per l' Ottavario dal Patriarca Daniele, della Chiesa Ortodossa Rumena: il criterio di ogni giustizia per recuperare l'uomo che devia dalla retta via è l'Amore, il perdono..." non c'è pace senza giustizia, non c'è giustizia senza perdono".
L' arcivescovo Michele Seccia ha rilevato che la memoria di Gesù, il suo "Ut unum sint" è una verità presente in un popolo in preghiera, come è accaduto anche in questa bella occasione, e ciò è già una forma sublime di Unità operata dallo Spirito Santo.
Particolarmente significativo un segno condiviso da tutti i partecipanti: durante l'invocazione allo Spirito ognuno ha scritto, su due piccoli biglietti, la stessa breve preghiera personale ispirata all'unità, tenendo una copia per sé e offrendo l'altra in un cesto, con le copie di tutti, che è stato deposto sotto la croce. Alla fine della celebrazione tutti hanno ricevuto anche un biglietto con una preghiera scritta da un'altro; si è così costruito un bellissimo circolo di comunione nella preghiera.