La subacquea è considerata da molti un mondo affascinante e adrenalinico, che mette insieme il desiderio di scoprire i tesori nascosti del mare, e quella sottile paura di viverlo dal profondo.
Se questo argomentare lo rivolgessimo a persone con disabilità, e in particolare a chi non vede o vede poco, saremmo giudicati dei folli? Assolutamente no, e ce lo testimonierà Antonio Tramacere, durante la prossima puntata di “Dal mio punto di vista”, in onda domani 16 novembre come di consueto alle 16.
Partendo dalla domanda: “Che ci va a fare un cieco sott’acqua?” Antonio ci racconterà la sua esperienza, le emozioni e le sensazioni che prova, e che le meraviglie della natura si possono apprezzare anche senza vedere.
Tutto questo è possibile grazie ad una metodologia didattica speciale, brevettata e promossa dall’associazione Albatros scuba blind international “Paolo Pinto”, presieduta da Angela Costantino Pinto, moglie del nuotatore di gran fondo alla cui memoria l’organizzazione è intitolata.
Così banchi rocciosi, fondali sabbiosi, distese di posidonia, relitti bellici e da poco anche siti archeologici, non sono più un concetto astratto noto esclusivamente attraverso il racconto degli altri o magari dall’ascolto di un documentario in tv; ma divengono conoscenza diretta, per effetto di un’esplorazione tattile istruita, consapevole e ovviamente curiosa.
Fra le novità che Albatros propone, come accennavamo poc’anzi, c’è l’archeologia subacquea. Il tuffo negli abissi ricchi di arte e di storia, lo faremo con Elisa Corvaglia, esperta in beni culturali e guida abilitata Albatros, che ci illustrerà le ragioni che l’hanno spinta a formarsi come istruttrice, descrivendo cosa si prova durante un’immersione palmo a palmo.
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