Don Gianmarco sarà prete il prossimo 8 aprile (LEGGI) e l’arcivescovo Michele Seccia, ieri mattina, in attesa di imporgli le mani e consacrarlo presbitero, lo ha presentato a Papa Francesco chiedendogli di benedirlo.
“Cari fratelli e sorelle, la testimonianza del vostro celeste protettore, di cui sarò lieto di benedire l’immagine, susciti in ciascuno il desiderio di aderire sempre più generosamente a Cristo e al Vangelo”. Con queste parole il Papa, al termine del consueto appuntamento del mercoledì, aveva rivolto il suo “cordiale benvenuto alla Rete delle città legate al culto di Sant’Oronzo, vescovo e martire” guidata in pellegrinaggio in Vaticano dall’arcivescovo di Lecce, la città natale di Oronzo, primo martire e primo vescovo della città.
Terminata l’udienza, l’arcivescovo, accompagnato dal segretario don Andrea Gelardo e dal diacono Gianmarco Sperani, e i sindaci delle Città Oronziane (LEGGI) hanno atteso il Santo Padre per un saluto e una foto di rito. È in questo momento di intimità che, con un gesto veramente paterno, mons. Seccia ha presentato don Gianmarco a Papa Francesco, chiedendo per lui la benedizione e un ricordo nella preghiera, in vista della sua ordinazione che avverrà, come si diceva, il prossimo 8 aprile nella chiesa madre di Cavallino, parrocchia d’origine del futuro presbitero. Il Papa ha benedetto don Gianmarco e gli ha ricordato di “essere un sacerdote buono, e, soprattutto, di perdonare sempre”.
I rappresentanti delle Città Oronziane hanno fatto benedire dal Pontefice una riproduzione della tela custodita nella basilica di Santa Croce. Questa tela è caratterizzata dalla presenza di un sonetto in vernacolo leccese, tra le più antiche testimonianze in dialetto locale, che attribuisce al patrocinio del santo protettore di Lecce e dei comuni oronziani lo scampato pericolo del devastante terremoto che colpì gravemente il Salento il 20 febbraio 1743 (LEGGI).
L’arcivescovo Seccia, invece, ha consegnato al Papa la medaglia celebrativa dell’apertura al pubblico del campanile del duomo, coniata il 13 maggio 2022 in occasione dell’inaugurazione dell’ascensore panoramico fatto installare dalla cooperativa sociale ArtWork. Sul diritto della medaglia, realizzata sul bozzetto dell’artista Antonio Miglietta, è scolpita l’immagine di sant’Oronzo, in abiti pontificali e con angeli che reggono il suo pastorale e la palma del martirio, che prega la Vergine Assunta di proteggere la città di Lecce, com’è raffigurato nell’altorilievo del paliotto in argento che decora l’altare dei santi patroni nella cattedrale di Lecce durante i giorni della festa patronale (LEGGI).
In ricordo di quest’udienza e con la speciale richiesta di benedire tutta la Chiesa di Lecce, il clero, i religiosi, le famiglie, i giovani, i poveri e, soprattutto, chi è solo, l’arcivescovo ha donato al santo padre il pregevole bassorilievo “Carità della Passione”, realizzata dall'artista salentino Oronzo Urso. Ispirato alla copertina di un antico benedizionale del tempo di Quaresima, il bassorilievo in ceramica presenta al centro Gesù Bambino nella culla che giace sulla croce. La croce è sul modello del crocifisso di San Damiano, ricordando così l'ottavo centenario delle Stimmate di San Francesco d'Assisi. La Madonna e San Giuseppe adorano il Bambino nella gloria degli angeli che recano i simboli della Passione. L’opera è rosa, il colore della gioia: un richiamo al motto dell’arcivescovo, “Collaboratore della vostra gioia”.
Infine la dolcezza leccese: l’arcivescovo ha regalato al Papa un gustoso agnello di pasta di mandorla proveniente dal rinomato laboratorio delle Monache Benedettine di Lecce.