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Stefano Zaffino, assiduo collaboratore di Portalecce e destinatario della borsa di studio messa a disposizione dall’Azione Cattolica di Lecce, e dai servizi diocesani di Pastorale Giovanile e di Pastorale Sociale, racconta nelle righe che seguono la straordinaria esperienza vissuta ad Assisi la scorsa settimana.

Dal 22 al 26 luglio scorsi ho avuto il privilegio di partecipare alla Summer school di Assisi “Building future on peace” e il mio ringraziamento non può non andare all’Azione Cattolica di Lecce, alla Pastorale Giovanile e all’Ufficio della Pastorale Sociale per l’opportunità di una borsa di studio.

In quei giorni con altri trenta ragazzi europei e con autorevoli relatori ci siamo confrontati sul tema della pace. Attraverso questa scuola ho potuto comprendere come essa oltre ad essere presente, può e deve trasformarsi in futuro. Noi - credenti in Dio, nell’incontro finale con lui e nel suo giudizio -, partendo dalla nostra responsabilità religiosa e morale, e attraverso questo Documento, chiediamo a noi stessi e ai leader del mondo, agli artefici della politica internazionale e dell’economia mondiale, di impegnarsi seriamente per diffondere la cultura della tolleranza, della convivenza e della pace; di intervenire, quanto prima possibile, per fermare lo spargimento di sangue innocente, e di porre fine alle guerre, ai conflitti, al degrado ambientale e al declino culturale e morale che il mondo attualmente vive. A distanza di alcuni giorni da questa bella esperienza ho voluto riprendere alcune significative parole del “Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune” che è stato firmato ad Abu Dhabi da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb perché la pace non è questione che riguarda i grandi della Terra ma ognuno di noi.

Oggi nel mondo “la sicurezza globale” è venuta meno a causa dei tanti conflitti del mondo tant’è vero che nel 2016 il Sipri, un istituto internazionale indipendente impegnato in ricerche su conflitto, armamenti, loro controllo e disarmo, ha contato ben 65,6 milioni di sfollati e sembra che questi numeri siano destinati a crescere. Proprio per questo, come cittadini italiani, abbiamo il dovere di rivendicare la nostra appartenenza all’Unione Europea; è proprio grazie ad essa che da oltre settant’anni non viviamo conflitti nel nostro continente.

“L’Europa è una ricchezza. L’Europa è un vostro diritto, non fatevelo rubare!” ha concluso così il suo intervento la relatrice Lucia Serena Rossi, giudice alla Corte di Giustizia dell’Unione europea. E in un clima di odio generato dall’imperversare dei populismi che rivendicano la propria identità nazionale, il compito di ciascuno di noi è ribadire che la diversità non è una minaccia ma una ricchezza. Non a caso il motto dell’Unione Europea recita “Unità nella diversità” perché in fin dei conti si può vivere insieme anche provenendo da tradizioni diverse.

Una proposta che mi ha particolarmente colpito è la Mozione Assisi, voluta fortemente dal sindaco della città di San Francesco Stefania Proietti, approvata all’unanimità dal Consiglio comunale lo scorso 19 Novembre con cui si chiede di bloccare la fabbricazione delle armi in Italia e in particolar modo delle bombe utilizzate per colpire lo Yemen. Spero che questo atto possa essere seriamente preso in considerazione dai restanti 8mila comuni d’Italia. Ma vivere in un clima di pace è possibile rispettando soprattutto l’ambiente perché spesso chi fugge dai propri territori lo fa per insufficienza di cibo e acqua, proprio per questo è importante cominciare con l’attuazione delle buone pratiche di sostenibilità a partire dai piccoli comuni. Questo l’invito di Leonardo Becchetti, economista e docente presso l’Università di Tor Vergata e presidente del comitato tecnico-scientifico di “Next - Nuova economia per tutti”, un’associazione che promuove e realizza una nuova economia: più inclusiva, partecipata e sostenibile rispetto all’economia tradizionale. E allora concludo con le parole di John F. Kennedy: “Che tipo di pace cerchiamo? Sto parlando di una pace vera. Un tipo di pace che rende la vita sulla terra degna di essere vissuta. Non solamente la pace nel nostro tempo, ma la pace in tutti i tempi. I nostri problemi vengono creati dall'uomo, perciò possono essere risolti dall'uomo. Perché in ultima analisi, il legame fondamentale che unisce tutti noi è che abitiamo tutti su questo piccolo pianeta. Respiriamo tutti la stessa aria. Abbiamo tutti a cuore il futuro dei nostri figli. E siamo tutti solo di passaggio.” Perché la pace è un legame che riguarda noi, ma soprattutto il futuro delle nuove generazioni.

 

 

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