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Eccomi. Te lo ripeto ancora una volta stasera Signore, al termine di questa solenne celebrazione. E come i magi sono qui prostrato per adorarti e offrirti in dono la mia povera persona, la mia umanità fragile, la mia vita senza pretese.

 

 

È tutto quello che possiedo Signore, non ho altro: è questo il mio oro, è questo il mio incenso, la mia mirra. Sono questi i doni che ti offro con tutto me stesso.

C’è la tua grazia, Signore, che mi assisterà nella missione che hai posto nelle mie mani e che da stasera diventa la mia vera e unica ansia. C’è la tua grazia che mi guida e mi assisterà nel cammino. C’è la tua grazia che mi salva e mi rende ricco e forte di fronte ad ogni mia povertà. Che mi farà essere ancora perseverante davanti ad ogni avversità. Questa grazia, stasera mi fa dire con tenacia: grazie Signore.

E come i magi ti adoro e ti ringrazio perché hai messo sul sentiero della mia lunga strada la stella del pastore Michele Seccia. Pastore che, come te, “conosce le sue pecore e chiama ciascuna per nome”. Per me, Signore, è padre perché ha intravisto nella mia giovinezza, tanti anni fa, il germoglio della vocazione alla tua sequela; padre, perché con fiducia (e con tanta preghiera) mi ha visto crescere e mi ha sostenuto fidando solo in Te. Padre, perché mi ha chiamato vicino a sé e mi ha accolto in questa Santa Chiesa di Lecce. Padre, perché stasera mi ha generato al sacerdozio e ha posto nella mia bisaccia di discepolo quel tesoro di grazie che sarà l’unico occorrente per il mio servizio che da stasera è definitivamente la mia vita: Grazie eccellenza.

Glielo dico con delicatezza anche io. Grazie soprattutto per la testimonianza di fede che lei ogni giorno mi offre. Essere prete come lo è lei sarà per me essere prete secondo il cuore di Dio. Le chiedo perdono già da stasera se qualche volta non sarò all’altezza del compito deludendo le sue attese: mi porti sempre nelle sue preghiere. Il resto lo farà il Signore. La sua grazia non mi mancherà.

Grazie Signore, per questa bella famiglia di confratelli che mi hanno voluto bene fin dal primo giorno del mio arrivo qui nel Salento. Grazie alla loro benevolenza mi sono sentito subito a casa. Grazie a voi, fratelli miei: il vincolo sacramentale che stasera mi ha unito a voi farà crescere in me il dono della comunione. Vi chiedo di starmi vicino specie in questi primi passi della nuova vita e se ci sarà da riprendermi, ogni volta la correzione fraterna sarà per me un regalo d’amore.

Grazie Signore per avermi fatto nascere nella mia bella famiglia. È stata quella casa - tra le cure dei miei genitori e la compagnia allegra dei due miei fratelli – il primo terreno fertile nel quale quel piccolo seme è caduto e dalla cui pianticella oggi, tu Signore, raccogli il primo frutto. Grazie mamma e papà, il vostro esempio e il vostro amore saranno per me d’ora in poi la scuola per esercitare la fratellanza nel mio presbiterio e la paternità con chiunque busserà alla porta del mio cuore.

Grazie Signore per tutti coloro che, a vario titolo, hai posto sul mio cammino in questi anni. Grazie per chi si è preso cura di me lungo il cammino ma grazie anche per chi per me ha rappresentato un ostacolo. Oggi, rileggendo la mia storia con serenità e alla luce della tua grazia, posso affermare che per me è stato tutto tua grazia, perché tutto concorre al bene per coloro che amano Dio. Le gioie e i dolori sono stati provvidenza e sono certo che ora che mi hai rivestito della stola e del grembiule imparerò a leggerli e a viverli sempre come doni del cielo.

Da adesso inizierà la mia vita da prete. E dopo gli auguri e i ringraziamenti dovrò camminare sapendo che spesso avrò bisogno delle Tue spalle per reggermi dritto. Abbi per me una bella scorta di misericordia e soprattutto dammi tanta forza per essere degno della tua chiamata; aiutami a rendermi conto di ciò che sono e che faccio, dammi una mano nell’imitare ciò che celebrerò e fa che la mia vita sia sempre conforme allo “scandalo” della tua croce. D’ora in poi vivere per Te è quello che mi aspetta per il resto della mia vita. Non c’è premio o ricompensa più grande. Così sia.

Photogallery  di Arturo Caprioli.

 

 

 

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