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Rappresenta una mirabile figura spirituale, culturale, umana radicata profondamente nella tipica storia della gente salentina.

 

 

Con la sua profonda spiritualità, il solido patrimonio nel campo del sapere, la generosa sensibilità sociale, il radicamento nella cultura tipicamente leccese.

Don Franco Lupo, ha testimoniato, in modo sublime, il suo essere prete, donato al Sommo ed Eterno Sacerdote, alla madre Chiesa, all’amata gente.

Sempre nel segno della fede, vissuta con convinta partecipazione:

 

«Lu core miu te secuta a lla cruce,

Tamme le spine te la frunte toa…

Sta bbisciu, quandu mueri, tanta luce…

Lu paraisu culla cruce soa! »,

 

ha scritto, contemplando il Crocifisso.

Considerava l’attività culturale un ministero del suo impegno sacerdotale, per superare tante forme di scarsa sensibilità umana ed indifferenza religiosa riproponendo in modo efficace, caloroso e coinvolgente i valori di sempre vissuti e celebrati dalle popolazioni salentine.

Proprio nelle settimane scorse, trattando del Novecento letterario salentino, agli studenti dell’Istituto di Scienze Religiose che hanno partecipato al Seminario sulla Tota Pulchra, ho proposto più volte le poesie di Franco Lupo. Per il loro valore culturale nel contesto della sua ricca formazione intellettuale, raffinata capacità poetica di congiungere il divino e l’umano, coinvolgente spiritualità espressa con il tipico linguaggio salentino.

Personalmente, lo ricordo mio docente di lettere negli anni del ginnasio: preparato, ammirato, amato.

Predicatore cercato e invitato nelle circostanze più solenni, con il suo stile umile, cordiale, gioviale verso tutti, ha donato tante emozioni e luminose riflessioni teologiche, raccontandoci con la Parola e la vita redenta dalla fede che seguire Cristo e amare sinceramente la gente è davvero molto bello.

 

Forum Famiglie Puglia