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È ormai passato un mese dalla morte di don Franco Lupo. L’anziano sacerdote, nonostante che l’età e gli acciacchi della salute che negli ultimi anni l’avessero costretto ad una lunga “clausura” dentro casa sua, era comunque rimasto sempre in contatto con la sua comunità diocesana.

 

 

Frequenti le visite settimanali dei suoi confratelli, quelle sempre gradite degli arcivescovi D’Ambrosio e Seccia e dei tanti amici che non l’hanno mai abbandonato alla solitudine forzata. Anche Portalecce non ha mai perso l’occasione per renderlo in video vicino alla sua comunità diocesana attraverso i suoi messaggi augurali sempre accompagnati dalla declamazione di alcune delle sue poesie più note. La sua dipartita, quasi improvvisa, ha lasciato un grande vuoto in tutti, tanta nostalgia della sua profondità spirituale, un ricordo indelebile attraverso le memorie di chi lo ha conosciuto e amato. Restano i suoi scritti in “lingua leccese”, le liriche e le opere teatrali, come un testamento da custodire gelosamente in un angolo segreto del cuore.

Don Franco ha lasciato questa terra lo scorso 19 gennaio e il giorno dopo l’arcivescovo Michele Seccia ha presieduto le sue esequie nella basilica dei Salesiani (RIVEDI LA DIRETTA), accompagnando il suo passaggio dalla morte alla vita eterna insieme con tanti confratelli sacerdoti che concelebrarono con lui.

A distanza di un mese sarà lo stesso arcivescovo domani, venerdì 19 febbraio alle 18 a presiedere una solenne concelebrazione a un mese dalla morte di don Franco Lupo nella chiesa di Sant’Irene a Lecce, dove egli ha svolto per lunghissimo tempo il suo ministero sacerdotale come assistente spirituale dell’arciconfraternita della Buona Morte e Orazione ed attualmente retta da mons. Antonio Montinaro, vicario episcopale per l’economia.

Come è noto, i resti mortali di don Franco riposano nella cappella cimiteriale di San Francesco di Paola, santo di cui porta il nome e a cui era legato in modo speciale tanto da “convivere” nella sua camera da letto con una statua in cartapesta di pregevole fattura, donata dai nipoti su richiesta del priore della confraternita “Maria SS.ma presentata al tempio e San Francesco di Paola”, Claudio Selleri, dopo la sua morte alla chiesa leccese a lui intitolata.

 

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