Portalecce ripropone volentieri ai suoi lettori l’intervento pubblicato ieri dal Nuovo Quotidiano di Puglia a firma del nostro arcivescovo a proposito della dichiarazione di Venerabilità del Servo di Dio Ugo De Blasi.
La notizia della Venerabilità di don Ugo De Blasi ha riempito il mio cuore di intensa gioia perché quando la Chiesa riconosce le virtù eroiche di un sacerdote, tutto il popolo di Dio è in festa. Ciò che però più mi commuove è il pensiero che don Ugo sia stato, in tutta la sua vita, un sacerdote amante di Dio, immerso nella preghiera e tanto vicino alla sua gente.
Mi raccontano i confratelli sacerdoti più anziani che, a prima vista, il suo sguardo e il suo comportamento, potevano sembrare ieratici e austeri, ma chi lo conosceva bene non solo ne apprezzava l'affabilità, il sorriso, l'amabilità, ma vedeva scolpito nel suo volto un affetto e una bontà veramente straordinari. Don Ugo cercava sempre di mettere tutti a proprio agio: era clemente con chi incontrava, quanto severo ed esigente con se stesso.
Ha avuto diversi incarichi di responsabilità ed è stato vicario generale, cioè stretto collaboratore del vescovo Francesco Minerva. Inoltre, ha sempre sostenuto e amato l'Azione cattolica diocesana, che proprio quest’anno compie 150 anni dalla sua fondazione a Lecce. Non è forse una felice coincidenza per lui che, secondo le indicazioni del Vaticano II, da parroco della basilica del Rosario e da assistente diocesano dell’associazione ha sempre creduto nella necessità e nella ricchezza del laicato come forza propulsiva nella Chiesa? Soleva sottolineare a tal proposito che “la promozione dell’Azione cattolica non consiste nell'organizzazione di occasioni o eventi ma, richiede laici capaci di vivere la santità della ferialità della vita e quindi in grado di contagiare altri fratelli e aiutarli a fare esperienza di autentica condivisione”.
E ancora sul ruolo dei sacerdoti verso cui ha sempre avuto un’attenzione particolare: “Sono convinto che le apparenze ingannano: gli uomini cercano sacerdoti autenticamente tali e pienamente uomini, che non si riducano a parlare di Cristo, ma che vivano di Lui, che siano testimoni di una vita diversa da quella terrena”.
Siamo felici e, se possibile, anche orgogliosi per questa nuova santità riconosciuta da Papa Francesco ed è singolare che a presentare al Santo Padre l’eroicità delle virtù di don Ugo sia stato un figlio eletto della nostra diocesi, un confratello che da giovane sacerdote ha potuto conoscere da vicino il nuovo Venerabile: il card. Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle cause dei santi.
D’ora in avanti la Chiesa di Lecce, oltre a Filippo Smaldone, avrà un altro santo sacerdote da invocare. Egli va ad aggiungersi alla schiera dei testimoni del Vangelo, nati e cresciuti nel Salento: una terra che per la fecondità spirituale di uomini e donne speciali, nonostante l’inquietante disagio sociale di tante famiglie, può ritenersi davvero ricca.
L’esistenza del Venerabile Ugo De Blasi si concluse improvvisamente la mattina del 6 febbraio 1982 mentre recitava il rosario inginocchiato davanti all’immagine della Vergine del Rosario nella “sua” basilica a Porta Rudiae. Il suo esempio di vita ci invita a riflettere, ma anche a pregare perché il Signore susciti nella Chiesa di Lecce altri sacerdoti santi e, per intercessione del nostro don Ugo, elargisca quelle grazie necessarie a chiunque le chieda con fede. Ma anche indispensabili perché il cammino del nuovo Venerabile verso la beatificazione possa completarsi presto.