Quando si parla di “esercizio sinodale” o, meglio ancora di “stile sinodale” si tende a immaginare un’esperienza di Chiesa che non vada oltre la vita liturgica delle comunità e il prolungarsi di essa nella testimonianza di fede e nella vita pastorale.
La “conversione sinodale” è molto di più e, oltre ad essere celebrata nei sacramenti della vita cristiana, indica, invece, in modo complessivo “lo specifico modus vivendi et operandi della Chiesa Popolo di Dio che manifesta e realizza in concreto il suo essere comunione nel camminare insieme, nel radunarsi in assemblea e nel partecipare attivamente di tutti i suoi membri alla sua missione evangelizzatrice”. La partecipazione, per l’appunto. Essa, avendo a fondamento la Parola e l’Eucarestia inizia dal governo della Chiesa, anche della Chiesa particolare, ed ha il suo punto d’arrivo nella missione evangelizzatrice: più volte l’ha ribadito Papa Francesco rivolgendosi ai membri della Curia romana che, lontano dall’essere semplici impiegati sommersi dalle carte, sono servitori - come un qualunque parroco di periferia o un qualsiasi credente - dell’azione missionaria nella quale ogni battezzato, in quanto tale, è chiamato ad essere protagonista.
Sulla base di questi valori imprescindibili, l’arcivescovo Michele Seccia ha messo mano al rinnovamento della Curia metropolitana che, secondo la visione del pastore, dovrà diventare modello di comunione tra presbiteri, tra presbiteri e diaconi, tra presbiteri, diaconi e laici.
“Desidero - scrive Seccia in una lettera inviata ieri ai sacerdoti e ai diaconi - dar seguito all'iniziativa di riforma degli uffici della Curia diocesana che, dopo i fruttuosi colloqui avuti con il consiglio episcopale e con il moderatore di Curia, ora richiede la vostra attiva e fattiva collaborazione”.
“Il comune desiderio - sottolinea - è quello di coinvolgere tutti i sacerdoti della diocesi nel lavoro e nelle attività della Curia diocesana che ha il peculiare compito di assistere e aiutare il vescovo nel governo della diocesi”.
La partecipazione di tutti i sacerdoti, invoca Seccia, per essere sostenuto nel guidare la vita della diocesi: “Credo che il cammino dell'evangelizzazione non possa prescindere dal vostro contributo, visto che ogni presbitero, in virtù della chiamata di Dio, ha deciso di dare la sua vita per la causa del Vangelo. Ora, come già sapete, l'incardinazione dei presbiteri nella diocesi implica necessariamente che ogni sacerdote apporti il suo contributo di fede, di pensiero, di esperienza, di vita, non solo nella comunità in cui è inviato, ma anche nella diocesi a cui è legato. Impegniamoci tutti per il bene della nostra Chiesa particolare!”.
Non più dunque “un uomo solo al comando”, o per meglio dire “al servizio”, l’arcivescovo punta a un’equipe di consultori per ogni singolo ufficio e servizio di Curia: “Sostengo l'iniziativa di riforma della Curia a partire dalla creazione, per ogni ufficio curiale, di un piccolo gruppo di presbiteri che aiuti il direttore dell'ufficio soprattutto con proposte, idee e verifiche periodiche, in modo che quanto viene effettivamente proposto dagli uffici di Curia non sia semplice espressione della creatività di un direttore, ma piuttosto frutto di un cammino e di un lavoro in equipe”.
Solo i sacerdoti saranno coinvolti in questo processo di trasformazione della vita della Curia? E i diaconi, i religiosi, le religiose, i fedeli laici? Ovviamente, i direttori avranno anche la libertà di invitare e “costituire un gruppo di volontari diaconi, laici, consacrati/e, con il compito di coadiuvarlo strettamente e portare avanti il lavoro quotidiano, nonché sviluppare progettualità condivise per il miglioramento del medesimo ufficio”.
Attualmente la Curia di Lecce consta, in totale, di 31 uffici suddivisi in quattro aree - affari generali (7), evangelizzazione e missione (16), area liturgica (3) e area della testimonianza (5). Ogni sacerdote verrà convocato nelle prossime settimane dall’arcivescovo e potrà, in presenza del moderatore di Curia, “esprimere tre preferenze, in merito agli uffici dove, per competenza, esperienza, personale desiderio, ciascuno di voi potrà dare il miglior contributo. In questo modo, si potranno formare i gruppi di consultori presbiteri per ogni ufficio”.
Insomma, l’operazione “riforma della Curia in chiave sinodale” è partita. La preghiera della comunità diocesana accompagnerà questo nuovo passo in avanti nel segno della comunione, della partecipazione e della missione.