Prende oggi 10 maggio il via la Visita Pastorale dell’arcivescovo Michele Seccia alla comunità parrocchiale di San Francesco d’Assisi in Campi Salentina, retta dalla comunità dei Frati Minori Cappuccini. Con il parroco Fra Piero Errico andiamo a conoscere questa realtà ecclesiale.
Fra Piero, quale realtà sociale e parrocchiale troverà l’arcivescovo venendo in Visita Pastorale a Campi Salentina nella tua comunità?
Sono tornato a Campi da sette mesi circa e avere un quadro generale della situazione è ancora un po' difficile. Posso dire di aver trovato una realtà parrocchiale variegata con famiglie giovani che hanno bisogno di stimoli nuovi e in linea con i tempi che cambiano e altri fedeli che frequentano con più assiduità. L'arcivescovo troverà una parrocchia improntata sul carisma francescano che vive nella semplicità e nell’umiltà. Quello che sto cercando di costruire con i gruppi ed i fedeli con cui cammino insieme, è una famiglia francescana allargata a tutti. Il mio sogno, che promuoverò per tutto il tempo del mio mandato, è quello di una comunità accogliente sull’esempio di Francesco e Chiara d’Assisi. Anche la realtà sociale dei rioni parrocchiali vede delle differenze. C’è tanta disoccupazione e povertà, infatti, come parrocchia e come Caritas sosteniamo circa cinquanta famiglie.
Quali sono i punti di forza e quali le fragilità più evidenti della tua comunità nei tre ambiti di liturgia, catechesi e carità?
Per quanto concerne la liturgia, il punto di forza è che la comunità è presente anche se in forma maggiore durante le funzioni liturgiche particolari mentre, per quanto riguarda la liturgia quotidiana, la partecipazione è minore. Siamo per una liturgia che rispecchi la semplicità francescana e che arrivi al cuore della gente. “Gesù viene in mezzo a noi - diceva San Francesco - in un pezzo di pane”. Il Poverello di Assisi faceva esperienza di Dio nell’umiltà e nella semplicità e questo traspare anche nella liturgia. L’ambito della catechesi è quello in cui si fa più fatica e dove c’è meno partecipazione. Da parte nostra non mancherà mai la proposta di momenti di formazione, di catechesi e di preghiera nei vari gruppi parrocchiali, a livello comunitario e interparrocchiale. L’ambito caritatevole materiale e spirituale è molto sentito. Nella realtà parrocchiale il gruppo della Caritas è molto presente e impegnato ed è affiancato da tanti fedeli sensibili e attivi che si fanno coinvolgere in varie iniziative come la raccolta dei viveri e degli indumenti usati. In una realtà dove i bisogni sono tanti, essere vicini alle famiglie con l’ascolto ed una presenza costante è molto importante. Tanto sentita dalla comunità e dalle realtà giovanili, è la vicinanza agli ammalati. Ci sono dei momenti dedicati a loro come le funzioni religiose, le visite nelle famiglie o presso l’Rsa San Raffaele adiacente alla nostra parrocchia dove, anche noi frati, ci rechiamo regolarmente per le confessioni e per le celebrazioni eucaristiche.
Che cosa vi attendete dalla Visita Pastorale e quali sono gli obbiettivi da raggiungere a breve e media scadenza?
Sicuramente l’obiettivo più sentito da raggiungere è quello di riflettere su ciò che veramente ognuno cerca nel cuore orientando la propria vita a Dio. È forte il desiderio di aiutare la gente a innamorarsi di Gesù, come ha fatto Francesco d'Assisi in tutta la sua vita, capendo che Cristo è la vera ricchezza. La Visita Pastorale può essere un momento di confronto, di riflessione e di ascolto tra noi che deve spingerci ad un cammino comunitario guidato dal vescovo che, come un papà, ci sostenga e ci incoraggi con le sue parole standoci vicino in questo tempo difficile che la Chiesa particolare e universale sta vivendo. Accogliere il nostro arcivescovo Michele è, per noi, come accogliere San Francesco che sempre predicava di essere obbedienti e sottomessi al vescovo. Ringrazio Portalecce per l’impegno con cui si mette al servizio delle comunità evangelizzando attraverso i mezzi di comunicazione. Grazie e pace e bene.