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Chi frequenta Piazza Duomo alle prime ore del mattino si sarà imbattuto più di qualche volta in una visione che da un lato turba, inquieta, interroga la coscienza, mette in crisi; dall’altro rivela la percezione che spesso i poveri hanno della Chiesa e anche di una “gerarchia” semplice quanto paterna e fraterna.

 

 

 

Pronta ad accogliere ma anche a commuovere e a disorientare rispetto ai luoghi comuni. Capace di essere carità.

Ogni santa mattina è così. Aspettano, dietro il cancello dell’episcopio il ritorno della Panda nera in piazza per ricevere un generoso conforto, un ristoro se possibile, una parola di speranza. Ma a volte incassano a malincuore anche l’angosciato rifiuto dettato dall’impossibilità deludente di non poter sempre accontentare tutti.

In tanti ci siamo messi, a volte con conclamata insistenza, a scoraggiare un modo indiscriminato e per nulla filtrato di essere carità, adducendo mille ragioni: il vizio del gioco d’azzardo, l’alcolismo, la bugia ben messa in scena, il passaparola un po’ malato fino ad intercettare alla perfezione i movimenti giornalieri e addirittura le assenze da Lecce.

Niente da fare. Non c’è verso. Sempre la solita risposta: la povertà non è soltanto quella della tasca… Senza giri di parole: le opere di misericordia spirituali e corporali. Tutte insieme, dalla prima all’ultima parola. Una lezione gratuita di alfabetizzazione evangelica.

Questo avviene alla luce del sole. Anche più volte al giorno. E “qualcuno” ha pure la “fortuna” di ricevere una telefonata d’invito a passare dalla piazza se la Provvidenza è stata particolarmente generosa.

Ma di notte, non si era mai visto. Forse raramente.

Ed ecco qui le due foto: una scattata all’una di notte, l’altra alle 7 del mattino. Stesso soggetto; per pochi metri, diversa posizione. Ma chi è? Sarà stato il “solito straniero ubriaco” che non reggendosi più in piedi non ha trovato di meglio della scalinata che apre al palazzo per trascorrere una notte in cornice barocca? Avrà perso la navetta per Masseria Ghermi? Non c’era posto alla Casa della Carita e nemmeno alla stazione? Sarà stato malamente cacciato dai portici adiacenti al monumento dei Caduti? Oppure, avrà trovato più calde le antiche chianche dei gradoni invece di una gelida panchina? Forse non lo sapremo mai. Ciò che sappiamo - e non è certo una novità - è che anche mentre la città riposa, fuori veglia ad occhi chiusi - dipende dai casi - la povertà che non ha un posto per dormire ed è costretta a sdraiarsi sotto il cielo umido e stellato di Lecce.

“Li avete sempre con voi”, non è un aforisma. È la Parola, che piaccia o no.

 

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