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“Zaccheo, scendi, oggi voglio fermarmi a casa tua”. Sono le parole di Gesù ascoltate nel Vangelo di questa domenica che, quasi per miracolosa coincidenza, sembrano essere la sintesi, la più perfetta, di tutto il cammino che, come per cerchi concentrici, con la celebrazione del 6 novembre (ore 19 - diretta tv su Portalecce e Teledehon ch 18), anniversario della Dedicazione della Cattedrale, la Chiesa di Lecce vuole iniziare a percorrere.

“Insieme a tavola: dalla mensa eucaristica alla mensa domestica. Dalla mensa domestica alla mensa eucaristica” è la grande mappa del lungo “viaggio” che l’arcivescovo Michele Seccia propone a ciascuno e a ogni famiglia cristiana della Chiesa di Lecce.

Zaccheo è solo animato da una grande curiosità di vedere Gesù. Il Figlio di Dio fatto uomo, ha invece il grande desiderio di incontrare proprio lui, Zaccheo, il pubblicano. Per questo bussa alla porta della sua casa, della sua famiglia. Vuole stare a mensa con lui, perché la tavola è il luogo, il momento in cui si condivide la vita, in cui non si ha paura di essere se stessi, non si ha il timore del giudizio, della condanna perché la mensa è il luogo della amicizia e della familiarità… che tutto copre, tutto scusa, tutto perdona.

Durante tutto questo anno il Signore Gesù vuole realizzare con noi lo stesso mistero di condivisione, di amicizia, di grazia. All’inizio di ogni mese, nella prima domenica, il nostro vescovo, presenza sacramentale e mistica dello stesso Gesù che passava lungo le strade del suo tempo, busserà alla porta della nostra casa, proprio della nostra e non a quella di altri, per dire “oggi voglio fermarmi a casa tua”. Vuole entrare come l’Amico di Marta e Maria, di Lazzaro, per dirci e donarci Gesù,“ la parte migliore” quella che non ci sarà tolta, quella che rimarrà sempre con noi, perché ci è stata fatta una promessa, “rimarrò sempre con voi fino alla fine dei secoli”. Gesù, presenza viva ed efficace laddove i fratelli si vogliono bene e nel volersi bene si aprono, accolgono e custodiscono la vita. La vita di un bimbo, un giovane, un uomo maturo, un anziano che aspetta la fine dei suoi giorni.

Vita di grazia. Presenza fatta di Parola, che da senso e armonizza le tante nostre parole, a volte anche le più taglienti. Gesù, presenza fatta di Pane spezzato frutto di quel “pugno di lievito” che fermenta la farina e ci rende pane condiviso, frutto della ricerca e del dono gratuito di se all’altro che mangia il mio pane e per il quale vogliamo essere pane. Pane donato espressione dell’amore scambievole e verso tutti.

Parola e Pane, segni che nascondono e realizzano il chinarsi dell’Ospite inatteso, come buon samaritano sulle tante nostre ferite, soprattutto quelle richiedono la Misericordia che viene dall’alto e che sola può far rinascere la vita laddove la morte sembra aver preso il sopravvento.

Ogni mese, nella prima domenica, il vescovo Michele offrirà una Parola di vita per la vita delle nostre famiglie. Una Parola che attraverso Portalecce, ma soprattutto per la fantasia e la solerzia dei sacerdoti e loro collaboratori, dovrà bussare, essere portata nelle case di tutte le famiglie delle nostre comunità parrocchiali.

E nell’ascolto condiviso di un’unica Parola si rafforzeranno le fondamenta e i vincoli del nostro essere Chiesa di Lecce ma anche si esprimerà in maniera più visibile ed efficace il nostro impegno a camminare insieme come un unico Corpo.

Anche per questo motivo nei “tempi forti” le nostre famiglie si raduneranno o in ciascuna delle diverse vicarie, in Avvento, o tutte quante insieme, in Quaresima, per fare l’esperienza della Chiesa, Famiglia di famiglie, che vive l’ascolto di Colui che, attraverso il successore degli apostoli, vuole farsi compagno di strada, per spezzare e condividere il pane della Parola e dell’Eucarestia affinché le due mense diventino un’unica esperienza di comunione con Dio, tra di noi e con i fratelli che incontriamo lungo i percorsi della nostra umanità santificata.

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