La casa è pronta. In realtà, quella casa - la sua cattedrale - era pronta fin da quel 29 maggio 2011. Lo aveva confidato a più di qualcuno e lo aveva inciso anche tra le sue volontà testamentarie che gli sarebbe piaciuto “riposare” a Lecce una volta tornato lì dove tutto aveva avuto inizio.
E ieri mattina, dopo due giornate dedicate al montaggio del sepolcro in duomo, la ditta “Elia Restauri” di Vernole ha completato l’opera. Un lavoro di muscoli ma soprattutto di precisione. Un po’ com’era nelle corde di Cosmo Francesco Ruppi: vescovo di fatica e padre premuroso.
In questi ultimi giorni di attesa che abbiamo documentato quasi minuto per minuto, pensieri, commenti, giudizi e pregiudizi si sono sprecati. Tutti ci siamo sentiti in diritto di dire la nostra su questo ritorno, dimenticando (o per lo meno - complici certi titoli apparsi sulla stampa locale - ricordando solo quelle più dolorose purtroppo ripassate in modo troppo personalistico e prevenuto) per più di un attimo le tracce - come scriveva ieri Marco Renna su questo giornale - che don Cosmo ha lasciato nella nostra storia in quel ventennio di servizio leccese.
Non è difesa d’ufficio la nostra. Ma se è vero che la saggezza degli antichi non smette mai di insegnare, essa ci ricorda che “solo chi non fa non sbaglia”. Attenzione, non è un’ammissione di colpa conto terzi: solo Dio scruta e sa. Ma di sicuro è un delicato quanto doveroso invito alla prudenza e al rispetto della memoria di chi non osa difendersi non solo perché assente ma soprattutto perché per carattere e per scelta è sempre sfuggito alla replica prediligendo ogni volta i fatti alle parole.
Accogliamo con gioia e con un pizzico di orgoglio questo anelato “rimpatrio”. D’altronde, non avrebbe mai desiderato tornare in questa terra baciata dalla Provvidenza se veramente non l’avesse amata con tutto se stesso e se qui per più vent’anni non avesse versato ogni goccia del suo lavoro, delle sue preghiere, delle sue sofferenze, della sua vita di uomo e di prete.
Una per tutte, non si potrà mai cancellare dal cuore: l’arrivo in città di un Papa santo… Un regalo che nessuno forse più sarà capace di concedere alla nostra gente.
E allora, il prossimo 30 dicembre, pur nella mestizia del rinnovato estremo rito della sepoltura ai piedi dell’altare di San Filippo Neri, chi lo ha amato sarà felice di riaverlo nella nostra cattedrale.
Nella tarda mattinata il feretro che partirà dalla natìa Alberobello dove attualmente riposa, giungerà in Piazza Duomo e verrà inumato in forma strettamente privata. Nel pomeriggio, prima un momento commemorativo tenuto da uno dei suoi più fedeli collaboratori: il vescovo di Albano, Marcello Semeraro, l’ultimo vescovo ordinato da mons. Ruppi. Poi, alle 19 la solenne concelebrazione eucaristica in suo suffragio presieduta dall’arcivescovo di Lecce Michele Seccia con la partecipazione dei vescovi di Puglia, del clero diocesano e delle autorità civili e militari.
Il servizio fotografico è di Arturo Caprioli.