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La dinamica laboriosità dell’arcivescovo mons. Cosmo Francesco Ruppi fu fortemente ispirata al suo impegno per “la città dell’uomo”, poiché egli era convinto che ogni battezzato abbia il mandato di applicarsi al bene comune secondo i principi dell’umanesimo cristiano.

Tanti i suoi interventi per sostenere il dovere di impegnarsi per superare le varie forme di degrado sociale, con decisi stimoli a operare efficacemente con le istituzioni.

Facendo frequentemente riferimento al patrimonio di valori cristiani e alla necessità di tutelarli concretamente nelle nuove situazioni socio culturali, disse appunto la sera della Festa di S. Oronzo nel 1996: “Questa sera, in nome della Chiesa di Lecce, sento di levare lo sguardo verso il nostro futuro, per rivolgere a tutti una parola stimolante, che susciti un nuovo ecumenismo civile, culturale e sociale, invitando tutti ad accogliere le molteplici istanze, civili e politiche, purché seriamente rivolte al bene comune”.

Era, infatti, fortemente persuaso che il cristiano, a livello individuale e comunitario, deve lasciarsi plasmare dalla carità divina e dialogare con ogni uomo, affrontando: “il problema della casa, dell’occupazione, della viabilità, dello sviluppo civile e sociale delle nostre popolazioni, al pari della scuola, della cultura, dello sport, dell’economia, del lavoro, della riforma tributaria, temi sui quali anche i cristiani devono avere le loro posizioni e proposte operative”, specificò pertanto nel suddetto messaggio alla Città.

È quanto emerge scorrendo, ad esempio, i titoli di alcuni suoi documenti: Il nostro impegno per la città dell’uomo (1996), La parrocchia comunità di fratelli a servizio del mondo (1985), Con la carità nel Cuore del mondo (2002), Note direttive su azione pastorale e azione politica (2003)…

O gli argomenti di alcune Settimane della Fede: Chiesa e mondo (1991), Fede e cultura (1992), Gesù Cristo, Salvatore del mondo (1997), L’Eucaristia speranza del mondo (2007)…

O i temi di Convegni pastorali diocesani: Consacrati nella Chiesa e nel mondo (1993), Per una Chiesa missionaria (2003), Abitare da cristiani il nostro tempo (2007)…

Quando necessario, mons. Ruppi alzò pure fortemente la voce su alcuni pregnanti problemi civili e sociali. Come fece, ad esempio, il 19 ottobre 1990 durante la Fiaccolata della speranza: No alla criminalità, quando chiese “allo Stato di rendersi presente, più incisivamente, con le istituzioni, in difesa e protezione dei cittadini e per attuare quei principi di libertà, legalità ed uguaglianza proclamati nelle carte costituzionali e spesso misconosciuti nella prassi di ogni giorno”.

Amare il Salento da pastore della Chiesa di Lecce per lui significava avere gli occhi ben aperti sulle vicende quotidiane, offrendo a tutti i semi della speranza cristiana.

 

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