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Il ritorno e la sepoltura di mons.Cosmo Francesco Ruppi nel capoluogo salentino, secondo l’esplicita richiesta testamentaria del defunto arcivescovo, costituiscono il segno eloquente del suo profondo amore per la popolazione e la Chiesa di Lecce.

Lo testimoniano il suo infaticabile impegno pastorale e il suo magistero caratterizzato dall’incessante proposta di fervida e vivace attenzione al territorio: “Per Lecce, per i suoi visitatori e per l’intera cittadinanza, vogliamo trasformare l’attuale, stupendo seminario di Piazza Duomo, in un grande contenitore culturale, che comprenda archivio, museo, biblioteca, pinacoteca e istituzioni accademiche ecclesiastiche”, fu, ad esempio, la sua proposta nel 1992. Lo attestano le numerose e rilevanti opere di costruzione e restauro diocesane e parrocchiali. Lo documentano tante sue affabili espressioni, come: “Città di Lecce! Consegna ai posteri, ai tuoi figli, l’immagine di una città viva, colta e operosa, che non si vergogna di essere cristiana” (anno 1995). O energici moniti, come: “Lecce e la sua provincia hanno bisogno, come non mai, dell’unità e della solidarietà di tutte le forze sociali, morali e spirituali per decollare seriemente in tutti i settori della vita civile e sociale” (anno 1990). Particolarmente interessanti pure le sue abilità di sostegno e incoraggiamento a tutti i cittadini, come quando, con sguardo sintetico al secolo ventesimo avviato a conclusione, mons. Ruppi propose nuovi obiettivi, facendo riferimento alla situazione e allo stato d’animo della fine del primo millennio cristiano: ne emerse lo storico, l’esperto analista di situazioni religiose e sociali, il pastore competente con la capacità di lettura sintetica e profonda dei vari contesti socioculturali e con l’abilità di infondere fiducia e additare cammini di speranza. E proprio in tale ottica presentò la Lettera pastorale per il Giubileo dell’anno duemila. Voleva davvero bene al capoluogo salentino, per cui nei suoi “messaggi c’è un grande amore per la Città di Lecce, una passione per questa nobile e antica Città, che il suo Vescovo ama e serve con instancabile sacrificio. A Lecce, mons. Ruppi pensa sempre, anche quando, per ragione di lavoro, se ne trova lontano. Di Lecce, parla ovunque; il nome di questa Città viaggia insieme ai suoi scritti, alle sue frequenti trasmissioni televisive e radiofoniche, ai suoi innumerevoli contatti con uomini di chiesa, cultura e di società”, fu scritto nell’Introduzione alla raccolta di Messaggi per le feste patronali intitolata La Chiesa e la Città, firmata da L’Ora del Salento e pubblicata nell’anno 2000. Così la cittadinanza onoraria conferitagli all’unanimità dal consiglio comunale fu semplicemente la ratifica di un intenso rapporto di comunione. Chiara e logica, quindi, la conseguente scelta del presule di essere per sempre nella nostra e sua cattedrale.

 

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