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Io resto a casa. Tutti cercare di fare propria questa frase e di attuarla. O ancora “andrà tutto bene”. 

 

 

Tutto sembra incerto. Una nazione piegata, provata, una nazione che ha bisogno di sentirsi protetta, al sicuro. Per tanto tempo abbiamo cercato rapporti e relazioni anche virtuali, mentre ora ci accorgiamo quanto ci mancano i rapporti reali, fisici. Vorremmo un abbraccio, una carezza, una stretta di mano ma nessuno ce la vuole dare. Il Coronavirus ci nega tutto e ci toglie tutto, anche il minimo rapporto. Anche la celebrazione eucaristica, momento vivo e vero in cui senti Gesù che si dona a te…anche quello non si può. Come dobbiamo fare e cosa dobbiamo fare? Alziamo gli occhi al cielo, sentiamoci uniti, viviamo la vera comunione, saldi in quella forte e decisa grazia di Dio che non ci abbandona mai.

Dio si fa prossimo per ciascuno di noi, lo vedo negli infermieri e nei medici che non si risparmiano per i nostri malati, lo vedo negli occhi di chi soffre e continua a lottare, lo vedo nelle lacrime di chi muore e continua a sperare in qualcosa di molto più grande.

Viene da gridare: Dov’è Dio in tutto questo? Dio è accanto a noi. Dio è quella porta aperta che dobbiamo oltrepassare. Dio si sta facendo abbraccio per noi. Dio è quella carezza sui nostri occhi bagnati dalle lacrime. Dio è quella luce che allarga le tenebre delle nostre miserie.

Non c’è spazio per il nostro egoismo oggi, solo la carità più vera ci fa essere “umani”. Pensare all’altro e pregare l’Altro. Sì pregare Dio che in Gesù Cristo si è rivelato a noi come carità, tenerezza e dolcezza.

Per tutti è una prova difficile, ma tutto possiamo in colui che ci dà la forza, niente e nessuno ci può fermare e come cristiani dobbiamo essere testimoni della speranza. Cristo è la nostra speranza e chi confida e spera in Lui non resterà mai deluso.

La vulnerabilità di un figlio è come una ferita nell’anima di un Padre ma, nello stesso tempo, rappresenta per Lui un tesoro da custodire, perché nella debolezza si riflette sempre la gioia di chi è piccolo e di chi sa lasciare, con fiducia, che la carezza di un Grande si faccia consolazione! Non temere di camminare per quella strada che, se pure tortuosa, ti si spiega dinanzi, e scoprirai che, in fondo al sentiero, vive una luce meravigliosa e brillante… profuma di amore e luccica di speranza!

*cappellano presidio ospedaliero “V. Fazzi” - Lecce

 

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