In questi giorni sentiamo incessantemente parlare di movimenti tecnici e clinici per combattere il Coronavirus.
Servono però anche gli anticorpi della solidarietà. Lo ha detto mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la vita, anticipando un documento sul quale è al lavoro per l'organismo che guida: "Coronavirus e fraternità umana".
La diffusione del Covid 19 è una grande emergenza che si deve sconfiggere anche con gli anticorpi della solidarietà, i mezzi tecnici e clinici del contenimento, devono essere integrati da una complicità col bene comune, evitando la selezione per i privilegiati e scapito dei piu deboli. La scienza non deve cedere al sovranismo o alla pressione politica.
Viviamo in tempi in cui nessun governo, nessuna società, nessun tipo di comunità scientifica, devono considerarsi autoreferenziali.
È urgente accettare una sfida importante di portata cruciale: la qualità della convivenza è un bene indivisibile per essere goduto da tutti, deve essere responsabilmente condiviso. È importante in questo momento, rafforzare la solidarietà, la vicinanza nella condivisione degli strumenti e delle risorse .
Questo è un tempo propizio per comprendere il valore dell' essere legati l'uno all'altro: pensiamo al vicino di casa, al collega di ufficio all'amico, ai medici ,agli infermieri che rischiano la contaminazione e l'infezione per salvare i contagiati.
Dobbiamo imparare a non vivere tutto come una privazione, perché Dio ci sta offrendo l'occasione per arricchirci ,per ritrovare il rapporto personale con Lui. Si spera che le autorità politiche ed economiche ,non trascurino la giustizia sociale e il sostegno all'economia.
Le mense chiudono, le Caritas chiudono, chiudono anche le chiese! Solo un antivirus può darci una mano: quello della fraternità.