Ha colpito nel profondo, è andato oltre alle semplici battute, ha offerto un capolavoro di comunicazione rivolto a tutti e capace di coinvolgere la vita di ogni giorno.
Nell’intervista di domenica 10 gennaio su Canale 5, Papa Francesco, con il consueto stile improntato al colloquio, ha indicato parole, anzi scelte di vita, capaci di illuminare l’esistenza di ciascuno, attinenti alla vita quotidiana, veramente ricche di sapienza e di profonda umanità: «Da una crisi mai si esce come prima, mai! Usciamo migliori o peggiori! …questo è il tempo di pensare al noi e cancellare per un periodo l'"io", metterlo tra parentesi».
Francesco è proprio un maestro dell’arte di comunicare. Con delicatezza e con facile accessibilità, ha fatto veicolare una sollecitazione che sovverte principii egoistici, spesso ritenuti assodati nella mentalità odierna. Nel segno dell’autentico coinvolgimento di ogni persona, della condivisione aperta concretamente agli altri, del benessere da partecipare a ognuno, della fraternità sperimentata senza distinzioni.
Proprio nell’attuale situazione socioculturale tanto ispirata nella vita quotidiana a ben altri concetti e vocaboli emblematici: ricerca dell’affermazione di se stessi, individualismo accentuato, narcisismo espresso con straripante presenza sui social…
Il Papa ha subito offerto sinteticamente la proposta giusta e valida ed ha puntualizzato: «La parola chiave per pensare a vie di uscita è vicinanza».
La stessa strada per realizzare l’enciclica Fratelli tutti.