Un’ora di preghiera corale e familiare con l’arcivescovo Michele Seccia, ieri mattina nel santuario diocesano di San Filippo Smaldone per augurare a don Giancarlo Polito lunga vita e ancora feconda abbondanza nel giorni del suo ottantesimo compleanno.
L’arcivescovo, durante la celebrazione - cui hanno preso parte il ministro provinciale dei Frati minori, Padre Paolo Quaranta, il vicario generale, mons. Luigi Manca, il parroco di San Matteo, mons. Vincenzo Marinaci, mons. Mauro Carlino, mons. Carlo Santoro e don Antonio Murrone oltre a un gruppo di diaconi - non ha voluto dedicare molto tempo al racconto della vita di don Giancarlo (LEGGI) ha preferito, invece, la preghiera di lode e di ringraziamento al Signore, nell’eucarestia - “l’esperienza sacramentale più alta del rendimento di grazia - ha sottolineato nell’omelia”. E ha offerto anche una riflessione approfondita sul dono del ministero presbiterale.
“L’amore per la liturgia del nostro don Giancarlo - ha detto Seccia ai sacerdoti, alla comunità delle Suore Salesiane dei Sacri Cuori che ha partecipato alla messa, e ai fedeli presenti - è stato un dono che egli ha ricevuto ma che non ha tenuto per sé: a sua volta ne ha fatto dono, per oltre 50 anni, alla Chiesa di Lecce. Di più, nel suo ministero, vita presbiterale e vita liturgica, nel tempo, sono diventate un unicum sacramentale. Una profonda esperienza interiore che in oltre trent’anni di guida parrocchiale a San Matteo si è trasformata anche in azione pastorale, provocando in quella comunità un legame forte con Cristo e un’unione sacramentale che è la Chiesa-comunione: ‘Un solo corpo e un solo spirito’”.
“Quale augurio allora ad un sacerdote della portata di don Giancarlo? Ad un prete che non si è mai risparmiato, nemmeno oggi quando piccoli acciacchi dell’età provano a farlo desistere dall’impegno? Non solo la salute fisica ma soprattutto la gioia di essere prete. Una gioia che promana dall’eucarestia quotidiana e che si diffonde nella vita della nostra Chiesa diocesana come grazia e dono per tutti noi”.
Al termine della celebrazione, senza non poca evidente emozione, don Giancarlo ha ringraziato l’arcivescovo e i confratelli presenti. Ma per il pastore ha riservato parole speciali: “grazie, eccellenza - ha detto - per l’esempio che ho ricevuto da lei, specie dal suo modo di celebrare l’eucarestia e dal grande raccoglimento durante la consacrazione. Un esempio che mi commuove e che mi dà un ulteriore prova di come celebrare i divini misteri è davvero un’esperienza mistica”.
In serata, infine, l'abbraccio caloroso della comunità parrocchiale di San Matteo che don Giancarlo aveva salutato lo scorso 8 gennaio dopo 31 anni di guida spirituale e pastorale.