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“Non credo esistano parole giuste per descrivere o lenire il dolore di chi perde una figlia, una sorella, una amica. Sarebbe più opportuno rimanere in silenzio, nello stesso silenzio nel quale Maria la madre di Gesù ha sostato sotto la croce”.

 

 

Quel silenzio dobbiamo fare nostro, non un silenzio sterile, sconfitto, sottomesso, ma un silenzio che si fa canto, musica, armonia, un silenzio che custodisce la vita dell’altro”. Con queste parole l’arcivescovo Michele Seccia ha salutato ieri sera i genitori di Julie, prima della celebrazione eucaristica nella cattedrale di Lecce, presieduta da Padre Paolo Quaranta, ministro provinciale dei Frati minori del Salento, e concelebrata da don Salvatore Corvino, direttore del Servizio diocesano di pastorale giovanile e Padre Francesco Lugarà, incaricato diocesano della pastorale universitaria presso l’ateneo leccese.

La comunità accademica dell’Università del Salento e l’intero mondo giovanile cittadino, infatti, sono scossi, in questi giorni difficili e complessi, per la morte della giovane studentessa francese ritrovata senza vita nella sua casa leccese.

Julie era arrivata a Lecce da poche settimane, certamente entusiasta e piena di meraviglia.

Cercava accoglienza e casa, ha trovato morte. Non si può restare indifferenti dinanzi a tutto questo, ma serve interrogarsi: perché? Come è possibile che giovani, amanti della vita, incontrino questo tipo di morte?

Le domande inquiete di Julie sono le domande inquiete di ogni giovane che cerca senso e che non sempre trova risposte facili. E Dio, Padre della vita, dona consolazione e speranza accompagnando quell’inquietudine con la sua presenza discreta ma certa. Da credenti, e da uomini coinvolti nella storia, in ogni storia, è necessario prendere posizione, fare quadrato attorno a tante situazioni di disperazione e solitudine che si vivono nella nostra città.

“Dio ha creato l’uomo per l’immortalità” è scritto nel Libro della Sapienza, non si possono chiudere gli occhi davanti alle fragilità e alle grida di aiuto e di dolore. Tutti sono coinvolti, corresponsabili e impegnati perché la vita dei fratelli e delle sorelle è preziosa e necessita di cura. Non è il tempo del giudizio, non è il tempo delle accuse, non è il tempo dei sensi di colpa: è piuttosto il tempo di un dolore che può diventare generativo d’amore.

Gli Uffici di pastorale giovanile e pastorale universitaria della diocesi di Lecce, dopo essersi fatti vicini ai familiari di Julie, d’accordo con il rettore dell’Università del Salento, propongono agli studenti universitari di Lecce, e a quanti vogliano aggiungersi ad essi, di prendere parte ad un momento di preghiera che si terrà, ad un mese dalla morte della povera Julie, mercoledì 22 novembre, alle 19.30 presso la chiesa di San Luigi, a Lecce.

 

 

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