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Anche il Salento tra le 21 province italiane più esposte al rischio di indebitamento patologico e al rischio di usura delle famiglie e delle piccole imprese in Italia sono tutte al Mezzogiorno e nelle Isole.

Lo aveva anticipato l'arcivescovo di Lecce, Michele Seccia nel Messaggio alla città al termine della processione dei santi patroni lo scorso 24 agosto dal sagrato della cattedrale e lo ha evidenziato ieri la Consulta nazionale antiusura, in occasione della tavola rotonda “Piccole imprese familiari in difficoltà per debiti e usura. Come uscirne insieme”, promosso alla Fiera del Levante dalla Fondazione antiusura di Bari.

“Diventa necessario e urgente individuare azioni di politica economica accompagnate da procedure giuridiche di sostegno, rivolte a trattare le situazioni debitorie di una popolazione per le quali non esiste la possibilità di raggiungere con le proprie forze l’equilibrio, se non con l’impiego di strumenti appropriati - ha dichiarato mons. Alberto D’Urso, presidente della Consulta nazionale antiusura 'Giovanni Paolo II' -. È una esigenza avvertita non solo da una coscienza cristiana, ma anche da una visione civile di umanità. Sarebbe un’azione di ‘esdebitazione’, non solo di economia politica efficace, ma anche rispettosa della dignità della persona, propedeutica al reinserimento di tante famiglie nel sistema economico del Paese. Bisogna focalizzare l’attenzione sul futuro delle giovani imprese e famiglie”.

 

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