I cappellani ospedalieri della diocesi di Lecce possono impartire l'assoluzione collettiva a più penitenti se ricoverati e in pericolo di vita.
Per questo, dando seguito alla Nota della Penitenzieria apostolica e alle indicazioni della Cei, considerate anche le circostanze straordinarie in cui si trova anche la diocesi di Lecce in questa grave epidemia virale, l'arcivescovo Michele Seccia ha firmato un decreto indirizzato ai cappellani ospedalieri:“I sacerdoti assistenti religiosi - così dispone mons. Seccia - presso le strutture, i presidi ospedalieri e le case di cura possano impartire l’assoluzione a più penitenti senza previa confessione individuale quando gli ammalati ivi ricoverati siano in pericolo di vita o si trovino in reparti in cui non sia possibile garantire il segreto della confessione e le adeguate misure sanitarie”.
Il decreto arcivescovile prevede pure che “L’assoluzione può essere impartita anche al personale sanitario che ne faccia richiesta”.
“Si provveda - entra nel dettaglio in decreto - a impartire l’assoluzione in modo che i presenti possano ascoltare le parole del sacerdote, rispettando, per quanto possibile, le sensibilità dei non credenti o di chi non sia cristiano”.
Inoltre, “I penitenti - conclude l'arcivescovo -, per quanto possibile siano in qualche modo avvisati delle condizioni previste per ricevere l’assoluzione: il pentimento per i propri peccati e il proposito di confessare quelli gravi quando, superate le attuali circostanze o riottenuta la salute, si potrà accedere alla confessione individuale”.