Ieri 22 gennaio, presso l’aula del Liceo Scientifico ”Banzi Bazoli” di Lecce, si è tenuta la prima giornata del corso di formazione per l’aggiornamento dei docenti di Religione cattolica della diocesi di Lecce con il titolo “L’Irc e la bellezza del creato”, improntato sull’enciclica “Laudato sì” di Papa Francesco.
L’incontro è iniziato con i saluti di benvenuto della dirigente, prof.ssa Antonella Manca, che ha chiesto ai docenti di religione cattolica di giocare un ruolo importante nella scuola e nella società per affrontare temi fondamentali, non soltanto inerenti strettamente alla salvaguardia dell’ambiente, ma significativi lungo un percorso di formazione della persona e del cittadino.
Ha preso, poi, la parola il direttore dell’Ufficio scuola della diocesi don Alessandro Saponaro spiegando, ai numerosi insegnanti che hanno riempito l’aula magna dell’istituto, il motivo di un tema così inedito ma appassionante: “Oggi il nostro interesse, si sposta su un grande tema attuale, quello ecologico. La domanda filosofica, la questione teologica trovano nella triade Io-Mondo-Dio il loro crogiolo e al contempo un ampio spazio di interazione. La Lettera enciclica Laudato sì, continua il direttore, costituisce per noi una prospettiva inedita dove le questioni teologico-pastorali, enunciate dal pontefice, diventano metodo. È una questione antropologica, perché l’uomo è nel creato, abita il creato ed è abitato dal creato. Che tipo di mondo desideriamo trasmettere a coloro che verranno dopo di noi, ai bambini che stanno crescendo? Non una domanda ideologica, né «tecnica», ma un interrogativo forte che pone la questione ecologica come centrale per la nostra umanità”.
Domanda che non riguarda solo l’ambiente in modo isolato, perché non si può porre la questione in maniera parziale. Questa domanda ha dato inizio all’intervento di mons. Michele Seccia che, nella sua prolusione, si è soffermato sulla responsabilità di noi cristiani nei confronti della natura, un invito ad aver Cura della casa comune, soprattutto quando ci interroghiamo circa il mondo che vogliamo lasciare in eredità, al suo senso, ai suoi valori.
Così prosegue il Vescovo commentando l’enciclica: «Abbiamo davanti un universo visto come luogo in cui si ritrovano la molteplicità e la varietà e dove tutto è in relazione, unito da legami invisibili. Il mondo è una rete di relazioni, la natura ci chiede di dialogare».
Argomento ripreso dal prof. Alberto Basset, docente presso il Dipartimento di Scienze e tecnologie biologiche ed ambientali dell’Università del Salento, il quale afferma che è importante partire dal concetto di giustizia e avere coraggio per cambiare i paradigmi, impegnarsi per un futuro di benessere che non può dipendere da una crescita progressiva del PIL ma da un modo nuovo di vedere l’ecologia.
Hanno tanto da riflettere gli insegnanti di religione, dovranno lasciarsi provocare da una serie di problematiche ambientali, che dovranno tradurre in proposte didattiche all’interno delle aule scolastiche. San Bonaventura dice che ogni creatura porta in sé una struttura trinitaria. Quindi come ripensare il rapporto con la Creazione? Se ne parlerà questo nella seconda giornata del corso con don Sebastiano Pinto docente di sacra scritura all'Universita Gregoriana e con Carlo Alberto Augieri dell'Università del Salento.
La prospettiva dell'enciclica non è esclusivamente «ecologica» nel senso che il suo contenuto non si limita a fenomeni - peraltro molto importanti - quale il cambiamento climatico, ma è una vera e propria enciclica sociale a tutto campo.
Si ringrazia Tonio Rollo per il servizio fotografico