Nella mattinata di ieri, presso la Sala Stampa “Sergio Vantaggiato” dello stadio Via del Mare di Lecce, si è svolta la conferenza stampa di presentazione dell’accordo di collaborazione tra la Fondazione Caritas Lecce e Us Lecce Love (GUARDA).
La finalità dell’accordo di collaborazione prevede in generale di programmare, sviluppare e realizzare iniziative congiunte di solidarietà in favore delle persone in condizioni di fragilità economica e sociale nell’ambito delle aree tipiche di attività in cui opera Caritas, che sono riconducibili principalmente ai macro-settori della “accoglienza”, che si concretizza prevalentemente attraverso la presenza di alcune strutture sul territorio in grado di offrire ospitalità a persone senza fissa dimora o con problematiche abitative, anche solo temporanee; della “salute”, attuata soprattutto per mezzo di un ambulatorio cittadino che, grazie al servizio di medici volontari, offre assistenza sanitaria; e del “cibo”, che si concretizza attraverso la presenza sul territorio sia di varie mense che di punti di ristoro serali.
Presenti all’incontro Saverio Sticchi Damiani, presidente dell’Unione sportiva Lecce, che ha sottolineato come ormai da dieci anni, da quando ha preso in mano le redini della società fin dalla terza serie, il Lecce diviene strumento per coinvolgere e creare aggregazione nelle battaglie sociali, attraverso la sua costola, l’Us Lecce love, il programma di solidarietà guidato da Marina D’Arpe. Inoltre, ha ricordato come la collaborazione sia nata “con una chiacchierata, sotto l’assenso dell’arcivescovo, con Salvatore Renna, responsabile della Fondazione Caritas Lecce, e che in questa sede formalizziamo, implementando, un discorso che era già avviato da mesi”. Infatti Renna ha sottolineato come “sin dal primo incontro la presidenza si sia resa subito disponibile e attenta, non solo aderendo ma al contempo manifestando l’intenzione di ampliare l’accordo anche negli altri ambiti nei quali Caritas si adopera” in modo che le due parti risultino “i soggetti promotori di benessere nelle comunità di riferimento”.
Presenti alla conferenza anche l’arcivescovo Michele Seccia e l’arcivescovo coadiutore Angelo Raffaele Panzetta, entrambi onorati e contenti di far parte della collaborazione. “Condividiamo pienamente questa iniziativa, - così mons. Panzetta - un passo importante per la reciprocità e per la valenza sociale”. Seccia, da parte sua, ha affermato che “è bello sapere che dentro la città c’è una società di serie A che si occupa non solo di raggiungere gli obbiettivi sportivi ma si impegna nella solidarietà”. Infine, don Nicola Macculi, direttore della Caritas diocesana, ringraziando il presidente Sticchi DAmiani, ha sottolineato come “questa idea maturata negli ultimi mesi, sia nata due anni fa per soddisfare alla richiesta dei bambini ucraini di vedere una partita del Lecce. Con la firma di questo accordo diviene una sintesi importante per una società che guarda al bene della città e della provincia”.
Particolarmente degna di nota è l’iniziativa sociale a scopo benefico di Us Lecce Love denominata “Mascotte giallorosse”, con la quale - nel cerimoniale di ingresso in campo dei 22 calciatori e della terna arbitrale delle gare ufficiali della stagione 2024-25 - sono coinvolti gruppi di bambini, alcuni dei quali individuati nel territorio salentino dalla Fondazione Caritas Lecce. Infatti, nell’ultima partita giocata in casa contro la Juventus, otto bambini provenivano dall’oncologico-pediatrico dove l’istituto Alighieri-Diaz ha una sede distaccata.
L’Us Lecce Love e Fondazione Caritas Lecce condividono la convinzione che l’offerta di opportunità formative, culturali e ricreative ai bambini e ragazzi sia potenzialmente in grado di interrompere il ciclo vizioso della povertà, che -normalmente - si perpetua da una generazione all’altra, sulla base di un meccanismo in base al quale la mancanza di mezzi dei genitori mina le possibilità educative dei figli, i quali - cresciuti - soffriranno a loro volta della medesima marginalizzazione sociale ed economica; costituisce un contributo formidabile ai processi di integrazione dei bambini e dei ragazzi coinvolti, oltreché - in generale - uno strumento per farne cittadini migliori per la società di domani; infine concorre alla piena attuazione del principio costituzionale di uguaglianza.