Si parlerà di “felicità e di come far crescere generazioni di felicità, persone felici,” alla Route nazionale dei capi dell’Agesci, l’Associazione guide e scouts cattolici italiani, che si svolgerà a Verona dal 22 al 25 agosto prossimi.
Numeri importanti per questo appuntamento che avviene nel 50° anno dalla fondazione dell’associazione (1974), il terzo a livello nazionale riservato ai capi, dopo quelli che si sono tenuti nel 1979 a Bedonia (Parma) e nel 1997 ai Piani di Verteglia (Avellino). Nella città scaligera arriveranno 18mila capi che prenderanno parte a oltre 60 incontri, approfondimenti e dibattiti per “analizzare la realtà dei giovani di oggi e definire le sfide e il percorso dell’Associazione per i prossimi anni”, guidati nella riflessione da ospiti significativi del mondo dell’associazionismo, della Chiesa, rappresentanti delle Istituzioni, della politica e dell’economia. La route nazionale vivrà un anticipo il 23 e il 24 agosto. In questi due giorni, nell’ambito di un percorso collettivo chiamato “Tracce”, circa 9.000 capi scout avranno la possibilità di conoscere da vicino Verona e le sue più significative realtà di volontariato territoriali, con la possibilità di effettuare attività di servizio o di ascoltare testimonianze di valore, grazie all’aiuto di 140 volontari ex capi scout e oltre 100 associazioni e realtà veronesi.
“Numerosi sono gli obiettivi di questo incontro - spiegano Roberta Vincini e Francesco Scoppola, presidenti del Comitato nazionale Agesci -: dal coinvolgere i capi dell’associazione in un’esperienza fortemente motivante che possa regalare un tempo di qualità, nuove energie, nuove parole, nuovi contenuti per l’educazione, all’offrire un’occasione unica di confronto sugli orientamenti educativi e sociali attuali; dal valorizzare il contributo dei 50 anni di storia dell’Agesci e posizionare l’associazione nella società e nella Chiesa come attore importante di cambiamento nel presente, all’identificazione di nuove risposte, nuovi equilibri e nuovi assetti di fronte alle sfide educative attuali”. Da 50 anni, aggiungono, “le capo e i capi si appassionano alla bellezza del servizio e accompagnano le nuove generazioni alla realizzazione di sé come uomini e donne, attraverso il gioco, l’avventura e la strada” così come propone il metodo scout.
Baden Powell, il fondatore dello scoutismo, diceva che “il vero modo di essere felici è fare la felicità degli altri”. Questo, per Scoppola e Vincini, vuol dire “aiutare i ragazzi e le ragazze a scoprire chi sono, le loro passioni e i loro talenti e capire come li possono mettere a servizio del bene comune, quindi del proprio paese, della Chiesa e soprattutto dei territori che abitano. Questo è il tema forte, soprattutto dopo la pandemia”. “L’idea di fondo dello scoutismo nell’Agesci è far crescere bravi cristiani e buoni cittadini, generazioni di felicità, dentro un percorso scout dove il piccolo è accompagnato dal grande”.
A Verona i capi dell’Agesci declineranno il tema della felicità attraverso otto piste così definite: “Felici di accogliere; Felici di vivere una vita giusta; Felici di prendersi cura e custodire; Felici di generare speranza; Felici di fare esperienza di Dio; Felici di essere appassionati; Felici di lavorare per la pace; Felici di essere profeti di un mondo nuovo”. Piste che, spiegano i due capi, “vogliono tracciare delle prospettive di vita non solo dell’associazione, ma dell’associazione con la Chiesa e con la società. Parlare di pace, di speranza, di generatività, di profezia di un mondo nuovo e di un futuro migliore, ci aiuterà ad essere ‘abitanti dei territori e del mondo’. E lo facciamo come ci chiede il metodo scout: rimboccandoci le maniche e cercando di incidere nella società, nella Chiesa, in un’epoca in cui il cambiamento è molto veloce ed ha bisogno di spinte educative”.
Vincini e Scoppola sono consapevoli: “Le sfide che abbiamo davanti sono tante, la pace, la custodia del Creato, la cittadinanza, la cura delle relazioni, la fragilità dei giovani e degli adulti. Solo affrontandole con la pratica della collaborazione, del dialogo e della cooperazione possiamo costruire un mondo migliore da consegnare alle nuove generazioni”. Ritorna ‘prepotente’ e attuale lo spirito dell’ultimo messaggio di Baden Powell ai suoi scout: “Credo che Dio ci metta in questo vivace mondo per essere felice e per divertirsi. La felicità non viene dalla ricchezza, neppure dal successo nella tua carriera e nemmeno nell’autocompatimento… Essere felici con quello che tu possiedi è quanto di meglio tu possa fare. Guarda il lato positivo delle cose e non quello oscuro. Ma il modo vero di essere felici è rendere felici gli altri. Prova a lasciare questo mondo un po’ meglio di come l’hai trovato…”.