Nei giorni scorsi si è svolto presso il seminario regionale di Molfetta un incontro di tutti gli assistenti diocesani di Azione cattolica della Puglia con mons. Gualtiero Sigismondi, vescovo di Foligno e dal 4 marzo 2017 Assistente ecclesiastico generale dell’Azione cattolica italiana.
Durante l’incontro, al quale hanno partecipato una cinquantina di assistenti provenienti da tutta la Puglia, mons. Sigismondi ha richiamato i presenti alla grande sfida che impegna oggi l’associazione non solo in relazione alla sua storia ma soprattutto alla sua identità: formare un laicato che non restringe la propria azione alla “manovalanza pastorale” ma che assicura una “partecipazione vigile alla vita civile”.
Tenere in tensione dinamica queste due dimensioni significa fronteggiare sia un certo clericalismo, che vorrebbe i laici solo impegnati come operatori pastorali, sia una secolarizzazione incalzante, che intenderebbe ridurre i fedeli alla stregua di operatori sociali. Entrambe queste pressioni, ha ribadito l’Assistente generale, se prevalessero, farebbero perdere un elemento fondamentale della vita di Ac: quello di essere “contemplativi itineranti”, “cittadini degni del Vangelo”.
Ed è proprio da questa fondamentale premessa che Sigismondi ha voluto offrire una meditazione ai presenti sulle lettere dettate all’apostolo Giovanni e contenute nell’Apocalisse e che hanno come mittente Gesù Cristo, “Colui che era, che è e che viene” e come destinatari gli angeli delle sette chiese dell’Asia, cioè il vescovi. Si tratta di lettere che possono aiutare le varie associazioni di Ac a compiere un vero e proprio scrutinio.
E così è stato! La grande spiritualità di mons. Sigismondi, unita alla sua grande passione per la Chiesa, gli hanno permesso di far riflettere ma anche di provocare tutti i presenti.
Non è mancato il far riflettere gli assistenti diocesani sul loro ruolo in Ac e sui rapporti che devono instaurarsi con il presidente dell’associazione:
“Il compito del presidente è paragonabile a quello del comandante di un’imbarcazione, mentre la funzione dell’assistente è simile a quella della vedetta. Se il presidente tiene in mano il timone, osservando la bussola che indica la direzione, l’assistente tiene d’occhio il sestante che rivela la posizione della nave; se il presidente segue la rotta delle convergenze, l’assistente scruta la mappa delle tangenze; se il presidente cala le reti per la pesca e le tira a riva, l’assistente le lava e le riassetta. In Azione cattolica sia il presidente e sia l’assistente sono chiamati ad essere ‘lievito di fraternità’ e si tratta di un compito che può essere assolto solo come un’opera collettiva”.
Sono alcuni stralci di una bellissima riflessione che certamente potrà essere oggetto di meditazione e anche di discernimento per ogni Ac diocesana.
La diocesi di Lecce era presente al completo con tutti gli assistenti di settore: mons. Antonio Montinaro, assistente generale; mons. Gino Scardino, assistente del settore adulti; don Luca Bisconti, assistente del settore Acr; don Sandro Quarta, assistente del Msac e ovviamente lo scrivente, come assistente dei giovani.
Al termine dell’incontro si sono fermati a pranzo gustando la gioia della fraternità con i giovani seminaristi leccesi e di far visita ai luoghi cari della propria formazione sacerdotale.
Prima di tornare a Lecce hanno salutato mons. Sigismondi con la promessa di poterlo invitare quanto prima anche a Lecce. Ha risposto con il suo umile sorriso che era già garanzia di conferma.