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Sta facendo riflettere e sta anche suscitando discussione, il nuovo spot di Esselunga (GUARDA).

 

 

 

La protagonista è una bambina con tutto il suo carico di sofferenza che si percepisce forte e chiara. Una bambina che sta facendo la spesa insieme alla mamma. La piccola prende una pesca che, alla fine, regalerà al padre dicendo che è un regalo da parte della mamma nella speranza, s’intuisce, di farli riavvicinare perché separati.

“La campagna vuole mettere in luce l’importanza della spesa che non è solo un atto d’acquisto, ma ha un valore simbolico molto più ampio”, aveva spiegato al lancio Roberto Selva, chef marketing di Esselunga. La campagna è stata firmata dall’agenzia creativa di New York Small. Il videoclip è stato girato a Milano dal regista francese Rudi Rosenberg e prodotto da Indiana Production.

Ma lo spot ha provocato moltissime polemiche: “I figli dei genitori separati non sono figli di serie b e non tutti soffrono”, si legge nei commenti. E ancora: “i genitori separati possono comunque amare singolarmente i figli”.

L’associazione dei pubblicitari ha scritto: “Questa pubblicità è in grado di scatenare un ‘feroce disumano, giudicante senso di colpa’ nei genitori separati”. “La tossicità di questa narrazione, consiste nel considerare come necessariamente drammatica una separazione che invece molto spesso coincide con una liberazione”.

Senza ombra di dubbio, due genitori non fanno mancare attenzioni ed amore ai figli, pur essendo separati, ma ciò non basta. Possono dare loro anche più attenzioni e cura di prima, ma non possono evitare ai loro figli una sofferenza profonda causata dalla distruzione di quel noi. Una ferita che segna.

Papa Francesco nel 2015 affermò questa verità con parole molto chiare e nette. Come se desse voce a tutti i figli vittime del divorzio: marito e moglie sono una sola carne. Ma le loro creature sono carne della loro carne.

Più probabilmente lo spot ha il coraggio di affrontare il divorzio dal punto di vista dei bambini, facendolo in modo delicato e senza forzature. Chi dice che il divorzio non sia una sofferenza sbaglia, perché lo è. A volte è necessario, giustificato ma è comunque una sofferenza e negarlo è sbagliato.

 

 

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