È stato battezzato “Patto antinflazione” e avrà lo scopo di abbattere i costi per le famiglie italiane alle prese con il carrello della spesa sempre più oneroso.
Si tratta di un protocollo d’intesa, firmato dal governo e dalle associazioni della distribuzione e del commercio, che prende il via oggi primo ottobre e terminerà il 31 dicembre. L’accordo era stato promosso già ad agosto su iniziativa di Adolfo Urso, ministro delle imprese e del made in Italy. Dai consumatori arriva il plauso ma non senza delle riserve.
“L’accordo è sui beni di più largo consumo, quali ad esempio latte, pane o acqua. Di solito quando pensiamo ai consumi ci viene in mente solo la spesa al supermercato, ma nella spesa rientrano anche i farmaci da banco, cioè i prodotti di uso comune con i quali ogni famiglia approccia almeno una volta al mese”, rammenta Fabrizio Premuti, presidente dell’associazione dei consumatori Konsumer Italia. L’accordo è un’iniziativa di orientamento della spesa secondo Premuti che spera però sia seguito da un intervento della politica più consistente. “Mi auguro - afferma - che il governo prenda atto che i consumatori hanno perso il 22% di potere d’acquisto nel 2022. Un calo che impatta sui costi per le famiglie. Andare a calmierare gli interessi sui mutui sarebbe molto più d’impatto - suggerisce -. Va benissimo l’iniziativa, ma non può essere slegata dalle spese strutturali in capo alle famiglie. Su questo il governo deve intervenire”.
E infatti, nella lista delle spese mensili degli italiani, oltre agli alimenti i farmaci e le rate del mutuo c’è anche l’acquisto delle auto che spesso avviene tramite finanziamento. “Anche in questo caso - interviene Premuti - è necessario intervenire. Le famiglie pagano anche il 30% in più sulle rate dei mutui che significa eliminare dal 20 al 40% degli stipendi percepiti dai cittadini. In città come Roma, dove si ventila l’ipotesi di costringere i cittadini a cambiare l’auto senza calmierare l’acquisto, la spesa diventa importante, perciò ribadisco che l’iniziativa è importante e rappresenta una forma di responsabilizzazione ma è un primo passo. Dobbiamo infatti pensare ai beni strutturali, come la casa e l’auto, che determinano un aumento di 300 o 400 euro al mese per le famiglie. Se si tratta di una manovra di facciata lo capiremo presto”.
Sulla bontà dell’accordo si esprime anche Donatella Prampolini, vicepresidente della Confcommercio. “A firmare - dice - sono state 12 associazioni che hanno assunto impegni concreti e raccolto le adesioni. Gli altri che hanno presenziato alla firma del protocollo li ho definiti dei ‘simpatizzanti’. Mi riferisco alla parte della produzione, vale a dire l’industria che ha fatto solo un atto di intenti, diverso da un protocollo d’intesa, e l’artigianato. Non hanno firmato e si sono limitati a dire che l’iniziativa è meritoria”.
Le associazioni firmatarie hanno preso l’impegno di raccogliere le adesioni, vale a dire i nominativi delle aziende associate che dal 1° ottobre affiggeranno un bollino antinflazione sulle vetrine. “Abbiamo lasciato liberi gli imprenditori, in base alle scelte commerciali, di fare un blocco prezzi o delle promozioni che cambieranno nell’arco dei tre mesi ma che avranno la caratteristica di avere il bene di largo consumo in promozione. C’è Natale di mezzo perciò l’impegno sarà ancora più importante. Per noi è un costo - sottolinea - perché significherà modificare le campagne per andarle a tarare su prodotti che in questo momento sono più funzionali per rendere il carrello più leggero, come i beni per l’infanzia e per l’igiene personale. È un’iniziativa a costo zero per lo Stato, tutta sulle spalle di noi operatori - precisa -. Se non ci sarà una fattiva collaborazione con l’industria sarà difficile vedere una proroga perché al momento c’è solo un impegno di massima. Dipenderà quindi dagli impegni e dall’impatto economico sulle imprese”.
QUI l’elenco degli esercenti e delle farmacie del Salento aderenti all’iniziativa.