In Italia, a fronte di una platea potenziale di 1,5 milioni di bambini, sono circa 350mila i posti disponibili tra asili nido (90%) e servizi integrativi (10%).
Lo rivela il secondo rapporto sulla povertà educativa minorile in Italia, “Scuole e asili per ricucire il Paese”, realizzato dall’Osservatorio povertà educativa #conibambini - Openpolis.
“Abbiamo voluto focalizzare l’attenzione sulla presenza e accessibilità dei servizi per i minori nel nostro Paese - spiega Carlo Borgomeo, presidente dell’impresa sociale “Con i bambini”, secondo il quale “aggredire in modo puntuale e organico il fenomeno della povertà educativa minorile non riguarda solo la sfera dei diritti, seppur importante, ma anche il tema dello sviluppo del Paese”. Per decenni, si legge nel rapporto, l’asilo nido è stato considerato solo nella sua funzione sociale di assistenza alla famiglia. “È una acquisizione più recente il suo ruolo educativo: è infatti nella primissima infanzia che si gettano le basi di tutti gli apprendimenti futuri del bambino. Perciò il contrasto alla povertà educativa non può prescindere dall’estensione di questo servizio”.
Sulla copertura degli asili nido incide un vistoso calo della popolazione tra 0 e 2 anni, -16,70% di bambini con meno di tre anni tra 2011 al 2018. “Le disuguaglianze educative ed economiche spesso si sommano ad altre di tipo territoriale, come può avvenire nelle aree interne”, spiega il report.
Il problema maggiore dei Comuni che si trovano in queste zone è la scarsità dei servizi sul territorio (in tutti gli ambiti, non solo quello educativo) e la difficoltà di raggiungere i centri in cui sono presenti, dati i lunghi tempi di percorrenza. Distanza e carenza di servizi hanno condannato le aree interne ad una progressiva marginalità.