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 “Il mio nome è Greta Thunberg e vengo dalla Svezia. Ho accettato questo invito a venire al Parlamento europeo per portare un messaggio e parlare a nome dei giovani che condividono la mia preoccupazione per i cambiamenti climatici e la crisi ecologica”.

Parla timidamente e brevemente coi giornalisti accalcati davanti alla piccola tribuna allestita vicino all’emiciclo del Parlamento europeo, Greta, l’attivista per l’ambiente, che oggi stata è a Strasburgo.

Ha incontrato il presidente Antonio Tajani stamane, e nel pomeriggio la commissione per l’ambiente. Questo il suo messaggio: “Occorre che i politici agiscano adesso, perché non c’è più molto tempo. C’è una finestra rimasta aperta, ma non lo resterà per molto, per cui devono approfittare di questa opportunità per fare qualcosa”.

“Domani incontrerai il Papa: che cosa gli dirai?”, chiede un giornalista. “Non so ancora, ma forse dirò qualcosa sul clima”, risponde Greta esitante. Poi lancia un messaggio ai giovani europei che lottano per il clima: “Dobbiamo continuare perché stiamo facendo un grande lavoro. Migliaia di studenti in Europa hanno scioperato per il clima e hanno fatto la storia; dovrebbero essere molto orgogliosi”. E li invita ad andare alle urne a maggio: “È essenziale votare alle elezioni europee, anche se io non lo potrò fare”, per poter “scegliere coloro che avranno a che fare con questa crisi”.

Ma che cosa possono fare in concreto i giovani, oltre che manifestare, per cambiare le cose?. Greta risponde: “Ci sono molte cose che i giovani possono fare per migliorare la situazione: soprattutto fare pressione sulle persone al potere e sugli adulti, perché sono coloro che possono avere più influenza. Ma ci sono anche cose che si possono fare a livello individuale per cambiare le proprie abitudini, cercando di vivere nel modo più neutro possibile dal punto di vista delle emissioni di carbonio”.

E conclude: “La cosa più importante che possono fare è cercare di capire la portata della situazione, che cosa sta succedendo e il motivo per cui devono lottare per fermare ciò che sta avvenendo”.

L’ultima domanda è sul piano personale: per quanto tempo ancora riuscirai a sostenere questa campagna e questi ritmi? “Non mi dispiace fare quello che faccio. Sul piano personale sono contenta di fare qualcosa che è importante, per cui mi sento necessaria”.

 

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