Lutto nel mondo culturale e dell’informazione pugliesi. È morto all’alba di sabato Vittorio Bruno Stamerra, giornalista, scrittore e per diversi anni direttore di «Quotidiano» (con le tre edizioni di Lecce, Brindisi e Taranto); aveva 76 anni. È spirato alle 5.30, nel reparto di Rianimazione dell’ospedale «Antonio Perrino» di Brindisi, dopo settimane di ricovero.
Nato a Tuturano (frazione di Brindisi) l’8 settembre 1942, Stamerra, iscritto all’Odine dei giornalisti regionale pugliese dal 1971 (dal 10 dicembre 1976 professionista), aveva cominciato la sua lunga carriera nella redazione di Brindisi de «La Gazzetta del Mezzogiorno» (della quale fu anche editorialista), era stato redattore e inviato della sede Rai di Bari e aveva collaborato con «La Stampa» di Torino, l’Ansa e «Avanti!» e «Paese Sera» di Roma e col settimanale «Tempo Illustrato».
Socialista di formazione (una grande stima per Tommaso Fiore e come costante punto di riferimento Ferdinando Santi e Riccardo Lombardi), fu difensore intelligente, accanito, tuttavia mai indulgente. Dopo Beppe Lopez, Stamerra era stato il secondo direttore del giornale salentino (ora «Nuovo Quotidiano di Puglia»), con redazione e tipografia a Lecce, dal primo dicembre 1981 fino al primo giugno 1996, durante un periodo difficile per la neonata testata e per il territorio, devastato dal contrabbando e dalla Sacra Corona Unita. In quegli anni, Stamerra trasformò il giornale interprovinciale salentino, grazie alla collaborazione di una giovanissima équipe di giornalisti e poligrafici, in un baluardo di cultura, libertà e resistenza. Non lo fermò nemmeno l’avvertimento mafioso perpetrato con il potente ordigno dinamitardo che, il 10 novembre 1992, distrusse una sua abitazione a Monticelli.
Laico di cultura, Stamerra non mancò di offrire la sua collaborazione all’amico e collega giornalista Cosmo Francesco Ruppi, conosciuto sulle colonne de «La Gazzetta del Mezzogiorno», con la quale il presule collaborava come editoralista delle domenica e al seguito dei viaggi papali. Significativa anche la sua cooperazione con il vicedirettore di «Quotidiano» Antonio Maglio e con il primo direttore, Nicola Paparella, del settimanale cattolico diocesano fondato da Ruppi, partecipando attivamente, quindi, alla nascita de «L’Ora del Salento». Una particolare attenzione poi fece dedicare dal suo giornale alla visita a Lecce del papa Giovanni Paolo II del 17-18 settembre 1994.
Terminata la trilustre avventura con «Quotidiano», del quale negli ultimi periodi era stato anche editore di riferimento, Stamerra ebbe una breve esperienza politica, candidandosi al Senato e ricoprendo l’incarico di assessore al bilancio del Comune di Brindisi. In seguito tornò a scrivere, firmando diversi libri, fondando nel 2003 la casa editrice Hobos (con al suo attivo una quarantina di titoli in catalogo), e collaborando con testate locali, in particolare con Marcello Orlandini e Carmine Dipietrangelo, dal 2009 con il quotidiano online BrindisiReport.it (oggi integrato nel Gruppo Citynews). Aveva anche insegnato Storia e tecniche della comunicazione.
Tra i suoi scritti ricordiamo: «Brindisi 1945. L’alba della democrazia», con Patrizia Miano (2005); «Vincenzo Gigante detto Ugo. Un eroe brindisino», con Antonio Maglio e Patrizia Miano (2006); «Giulio Redaelli. Saggi sullo sviluppo della città policentrica jonico-salentina (1982-1995)», con Vito Redaelli (2014); «Il Cristo rosso e il suo apostolo. Storie di confinati politici ad Ustica. Vincenzo Gigante nei ricordi di Petro Marko», con Merita Sauku Bruci (2015); «Una città in coma. Il male oscuro di Brindisi» (2016); «Nienti pi nienti voto a Chimienti. I brindisini in Parlamento dall’Unità d’Italia ai giorno nostri», con Tonia Marzo (2018).
La Direzione e la Redazione di «Portalecce» sono vicine alla moglie Marida, alle figlie Ornella e Federica, al genero Giovanni Rubaltelli e all’amato nipotino Gabriele.
I funerali si svolgeranno domani alle 9, nella chiesa di San Paolo a Brindisi.