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“A mandare l’agricoltura ko è stata la caduta di oltre il doppio di precipitazioni rispetto alla media in un mese di maggio del tutto anomalo che fa segnare il record mensile da oltre un decennio, con 123,3 millimetri di pioggia”.

Lo quanto afferma la Coldiretti sulla base delle elaborazioni di Meteogiornale che ha rilevato peraltro che la temperatura per questo mese è stata di 1,5° gradi inferiore alla norma del trentennio 1961-90.
“A causa di una primavera maledetta - sottolinea Coldiretti - si rischia di perdere un frutto su quattro nelle campagne italiane, dalle fragole alle ciliegie, dalle nespole alle albicocche, dalle pere ai meloni fino alle angurie per l’ondata di pioggia, grandine e allagamenti che ha devastato le coltivazioni e ridotto le disponibilità dei primi raccolti nel carrello della spesa”.

“La situazione peggiore - spiega l’associazione - si registra per le ciliegie dove è andato distrutto oltre il 50% del prodotto in prima raccolta per effetto del maltempo che ha colpito le principali regioni produttrici, dalla Puglia all’Emilia Romagna alla Campania fino al Veneto. Ma pioggia e grandine non hanno risparmiato neppure le pere, le albicocche, le pesche, i meloni, i cocomeri e le fragole ma si i contano pesanti danni anche agli ortaggi a partire da insalate e radicchi”.
Ora “con l’arrivo del sole - sottolinea Coldiretti - è corsa alle semine primaverili di mais, soia, leguminose e patate, ma anche ai trapianti di pomodoro e melone, per recuperare il tempo perduto a causa delle precipitazioni senza tregua nel mese di maggio. Si punta inoltre alla raccolta del foraggio da destinare all’alimentazione degli animali ma la svolta meteo è importante - continua l’associazione - anche per le api in sofferenza con la produzione di miele praticamente azzerata dal maltempo che ha compromesso molte fioriture e impedito la raccolta del nettare”.
L’anomalia climatica continua a condizionare pesantemente nell’ultimo decennio la redditività del settore agricolo: “Il risultato - conclude Coldiretti - è una perdita da 14 miliardi di euro in un decennio per l’agricoltura italiana, tra danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne e perdite della produzione agricola nazionale”.

 

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