Per combattere la crisi climatica dobbiamo essere capaci di rinunciare alla cultura consumistica, schiacciata solo sull’eterno presente.
Da oltre vent’anni Naomi Klein è la più importante reporter della guerra economica che le grandi multinazionali hanno condotto a spese delle persone e del pianeta. Non ha mai smesso di combattere per la giustizia sociale e per la salvezza dell’ambiente, documentando le catastrofi in corso e raccogliendo dati, spesso scomodi e che ci raccontano come abbiamo ancora tanto da camminare. Dobbiamo lasciarci alle spalle l’illusione di pensare che i danni non siano stati fatti in quanto questa catastrofe è anche un problema politico: ma ha a che fare con la nostra immaginazione e con il coraggio di affrontare la sfida di un cambiamento radicale nel nostro stile di vita. L’immaginazione è una facoltà di pensiero, crea problemi ma l’immaginazione è anche creativa: mi fa costruire mondi che forse non esistono. Insomma, andando alle radici del problema dobbiamo comprende che questa è realtà e cambiare il sistema che ci ha portato a questa crisi climatica è qualcosa che ci appartiene perché non c’era nulla di naturale nei disastri che abbiamo causato. Se affermiamo che il mondo non ci appartiene allora non sarà mai di nessuno.