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Al termine della lettura di “Allargare gli orizzonti della misericordia. La Chiesa di Lecce evangelizza con la carità” di Dorina Martina, mi sento di annotare per me e per i miei amici di avere tra le mani un libretto piacevole e utile, iniziando dalla copertina le cui tre immagini focalizzano materialmente la chiesa cattedrale di Lecce e la Casa della Carità nella cui opera di misericordia è impegnata.

 

 

 

Il sottotitolo specifica ulteriormente l’argomento trattato nel testo: La Chiesa di Lecce evangelizza con la carità. L’attenzione di Dorina Martina che ha scritto queste pagine è volta sul cammino compiuto dall’organizzazione della carità voluta dal Concilio Vaticano II, tradotta in norma ecclesiale da Paolo VI, e formalizzata concretamente qui a Lecce da mons. Francesco Minerva. Da quell’inizio ad oggi sono passati circa cinquanta anni.

Questo libricino evidenzia quindi il percorso della “Caritas” sul territorio dalla chiesa di Lecce guidata in successione temporale da Minerva, Mincuzzi, Ruppi, D’Ambrosio, Seccia.

Un libretto utile con il quale Dorina Martina ci aiuta nel ricordare gli accadimenti avvenuti nel tempo sul nostro territorio e il servizio prestato ai poveri dalla Chiesa di Lecce.

 L’accadimento più incisivo e più vasto è stato il crollo del comunismo in Albania il cui effetto immediato è stato travolgente paragonabile al crollo di una diga la cui enorme quantità di acqua si rovesciò improvvisamente sul nostro Salento. Tutti ricordiamo la nave stracolma di profughi albanesi di ogni età che approdò a Brindisi. Tutta quella gente era bisognosa di tutto perchè in fuga dall’Albania.

Tutto il Salento si dimostrò accogliente verso il popolo albanese. La nostra Chiesa di Lecce accolse migliaia di profughi sulla marina di Melendugno presso la struttura appositamente preparata, nota con il nome “Regina Pacis”.

Quell’emergenza si protrasse nel tempo ma poi cedette il passo a ritmi e modalità meno pressanti, per cui la chiesa di Lecce si è potuta organizzare per un servizio di carità allargato a tutte le povertà che nel frattempo non sono diminuite ma aumentate. Per fortuna sono aumentati pure i volontari della “Caritas”, le strutture con i vari servizi su Lecce e un po' in tutte le parrocchie della diocesi.

Dorina Martina si sofferma sulla “Casa della Carità”, fulcro di tutta l’azione pastorale/caritativa della Caritas diocesana. Si tratta di un’ampia struttura edilizia settecentesca, che sorge nel cuore della città, essa è stata ristrutturata per ospitare dei senza tetto e dei senza fissa dimora, ed è stata dotata pure di servizi sanitari, sociali, caritativi, culturali tutto a servizio di soggetti che necessitano di tutto.

 “La Casa della Carità” porta impressa su di sé non solo i segni del tempo, ma anche i segni dell’attualità impregnati di generosità, intelligenza e di servizio. Segni ben visibili che rimandano a persone concrete che per ufficio si sono dovute occupare di questo servizio da rendere ai poveri.

Tra questi soggetti vi è pure Dorina Martina autrice di questo breve e documentatissimo libricino sulla carità diocesana di Lecce, ma anche operaia nella vigna del Signore fin dalla prima ora in quell’angolo di spazio denominato Lizzanello in compagnia di quell’attivissimo servo generoso don Alfonso Cannoletta. Grazie.

Concludo rivolgendo lo sguardo a Papa Francesco del quale riporto il suo invito a ripensare la natura della chiesa di Dio di cui facciamo parte. Il Papa ricorda a tutti che la chiesa non è una semplice organizzazione. La Chiesa è una realtà teandrica e cioè una realtà divina-umana. Siamo invitati ad agire nello stile dello Spirito Santo che opera nel presente della chiesa e quindi “di appassionarci sempre di più dell’oggi e del presente, del qui e ora; di cercare l’insieme e non la parte; di mettere Dio prima del tuo io”.

 

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