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È stato appena pubblicato ed è disponibile per l’acquisto - in attesa di poterlo presentare in un contesto pubblico appena le norme governative lo consentiranno - per le Edizioni Milella di Lecce, il volume dal titolo “La vita dello Spirito nell’esperienza delle Madri del deserto” di Simone Stifani, laureato presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose Metropolitano “don Tonino Bello” di Lecce.

 

 

La monografia è il frutto di un lavoro di ricerca che lo ha condotto a conoscere sempre più l’esperienza del mondo monastico femminile, in particolare quello desertico la cui parabola storica si sviluppa attorno ai secoli III-V d.C.
Molteplici sono le motivazioni poste all’origine della decisione di intraprendere tale impegnativo lavoro di ricerca. In primo luogo, esso è stato suscitato dall’esperienza personale del giovane Autore che lo ha condotto a ritenere “che solo a partire dal riconoscimento di una sapienza, profondità e sensibilità ‘altra’ da quella comune al genio maschile, nella Chiesa e nel mondo si riuscirà ad aiutare l’essere umano a rientrare in se stesso per scoprire e trarre fuori da sé la bellezza che egli porta con sé e di cui è costituito sin dal giorno in cui è stato creato a immagine e somiglianza di Dio”. Un’altra motivazione, posta all’origine di questo lavoro di tesi, è da individuarsi nell’acquisizione di un’amara consapevolezza: anche nella Chiesa, forse, vi è una carenza di parresìa “e di apertura ad una novità di vita, di senso, di orientamento pastorale e umano”.
Proprio queste ultime caratteristiche - l’apertura alla novità di vita e di senso - proprie dell’orizzonte esperienziale femminile, sono state rintracciate nell’esperienza antica e sempre nuova delle madri del deserto ed ancora oggi tante figure di donne possono donare in tal senso il loro contributo alla Chiesa e all’uomo.
L’argomento è anticipato nell’opera da una generale introduzione dell’autore al monachesimo orientale posto nel panorama storico-geografico, culturale, sociale, ecclesiale e spirituale dell’Oriente del IV-V sec. d.C.
Una volta poste queste imprescindibili e solide basi storiche, l’opera di Stifani pone in dialogo il lettore con la vita e le parole delle sante madri del deserto, i loro Detti. Dalla lettura che l’Autore ne fa, le vite di queste donne non appaiono come stereotipate, chiuse e sterili ma al contrario la loro esperienza di vita è presentata come l’espressione dell’incontro con Dio e con la fragilità dell’altro da far fiorire e questo risulta evidente in particolare in tre dimensioni caratterizzanti la vita delle donne del deserto: la preghiera e l’ascolto delle Scritture, il lavoro, la carità. Tre dimensioni in cui è esplicitata la precipua dimensione della maternità spirituale e umana che caratterizza in modo particolare e unico le monache del deserto. Dopo aver presentato brevemente le biografie di alcune di queste sante anacorete, ecco che l’opera giunge ad uno snodo fondamentale: l’espressione del rapporto tra queste madri e la Parola di Dio. Approfondito è infatti il capitolo dedicato alla lettura biblica dei Detti delle madri del deserto; l’autore infatti approcciandosi ai Detti vi legge in filigrana la S. Scrittura e ciò che di essa è presente in essi quale espressione evidente del particolare e unico rapporto con Dio che ciascuna di queste monache viveva con tensione amorosa.
L’altro aspetto fondamentale di quest’opera di Simone Stifani è la trattazione del tema dell’accidia: considerato il male monastico per eccellenza ma che, soprattutto oggi, attanaglia l’animo e l’esperienza dell’uomo contemporaneo. Esse si rivelano donne capaci di riconoscere e combattere questa nota atonìa dell’anima che aliena l’uomo da se stesso, facendolo vivere oppresso dalla tristezza del non senso.
Sarebbe lecito chiedersi poi se queste parole così antiche non siano ormai da considerare superate. In realtà non è così. L’opera appena pubblicata lo testimonia chiaramente: queste parole sono vive e vere anche per l’uomo e la donna di oggi. Sorprendente infatti come risulti essere ben riuscito il tentativo dell’autore di far dialogare figure del mondo monastico femminile desertico con autori contemporanei che dell’uomo hanno narrato le sue fragilità ma anche la sua bellezza. Parole, quelle di queste madri, che risuonano in modo ancor più forte oggi in una società in cui si pone talvolta l’emancipazione femminile come mero e retorico cavallo di battaglia infecondo. Se le donne già nella Chiesa e nella società antica faticavano, proprio come hanno faticato le madri del deserto, ad avere uno spazio creativo in cui affermare la loro esistenza, ancor di più oggi è necessario che esse ritornino con equilibrio, coerenza e dinamismo all’interno dell’azione sociale e pastorale. Soltanto esse, infatti, possono essere ritenute capaci di conoscere, e ri-scrivere la geografia del cuore umano il quale per cercare la felicità si è perso. Le sante madri del deserto indicano perciò la strada per ritrovarsi e giungere alla conoscenza di se stessi, creati a immagine e somiglianza di Cristo Gesù, Bellezza originaria e originale. L’auspicio è che questo studio di Simone Stifani possa risultare utile e donare speranza soprattutto in questo tempo così faticoso e a tratti alienante.

                                                                                                                                                                                *monaca benedettina del Monastero “S. Giovanni Evangelista” di Lecce

Foto di Benedetta Gravili.

 

 

 

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