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L’”incarnazione digitale” è quella configurazione cristologica fondata sulla categoria della generosità del sistema infosfera tale per cui, in esso, l’umano resti al centro ed il sistema ne custodisca la forma, le prerogative e l’esistenza stessa.

 

 

 

Non si vuole fare un discorso sacramentale in questo libro ma semplicemente simbolico-pastorale: l’infosfera può essere il luogo della manifestazione della Trinità, sia per la sua struttura informazionale, sia come strumento capace di rispondere alle domande per le quali il Dio di Gesù Cristo si è rivelato. All’infosfera dobbiamo riconoscere aspetti positivi e negativi, in esso si genera sempre un effetto di moltiplicazione dell’impatto emotivo, positivo o negativo che sia, e questo richiede una maggiore capacità di elaborazione accompagnata sempre da un’intensa opera educativa. Non si tratta di riconoscere l’altro come un mio simile, ma della capacità di farmi simile all’altro: comunicare significa prendere consapevolezza di essere umani anche nell’infosfera, di essere figli di Dio. Luca Peyron ricorda che la verità nell’infosfera può essere a rischio non perché non esista in essa, ma perché non lascia sopravvivere la realtà, il tempo e il silenzio e ci offre verità emotive, che ci rinchiudono nel presente. L’uomo non dovrebbe venire meno al desiderio di verità. Sappiamo che non ci può essere verità che non passi attraverso il dialogo e il servizio. La ricerca generosa della verità rende l’infosfera maggiormente legata all’uomo. Si può trovare Cristo nell’infosfera? Sì, se saremo capaci di umanizzarci ancora di più in essa. Tra infosfera e libertà c’è un nesso: educare ad uno spirito critico per noi cristiani significa ricordare di abitare bene questo spazio dove l’uomo diventa responsabile della propria umanità. L’infosfera può essere liberante quando libera da qualcosa, senza però svilire la nostra esistenza. L’infosfera detiene un potere nel risolvere tanti problemi ma certe volte finisce per essere dannosa illudendo l’uomo di diventare libero da tutti i pesi. La libertà rimane il luogo dell’esercizio dell’umano e della Grazia se diventa strumento attraverso il quale ci doniamo e se viene improntato nella giustizia e nel proporsi all’altro diventa capacità di aprire la relazione. Essere generosi affermando l’infosfera come un luogo dove annunciare il vangelo ed essere raggiunti da esso ridesta in noi l’attenzione non più ad una comunicazione uno-tutti: se vogliamo toccare il cuore oggi è urgente innescarla come singolo che è capace di coinvolgere singolarmente l’altro per salvarlo da quella che può essere una confusione mediatica dell’informazione.

 

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