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Siamo nell’era dell’Intelligenza Artificiale: ma non lavoreremo tutti per una macchina intelligente o sarà quella macchina a essere usata da persone intelligenti?

 

 

 

La frase è presa da Shoshana Zuboff, professoressa emerita della Havard Business School, nell’opera di fondamentale importanza per chi studia il mondo digitale, perché questa nuova intelligenza oggi si appropria dell’esperienza umana come materia prima da trasformare in dati sui comportamenti. Lo spot preso in considerazione dal professore Fabio Pasqualetti, decano della facoltà di Scienze della cmunicazione in Salesiana in questo libro per raccontare il mondo che viviamo, è uno spot (

) che racconta un immaginario vissuto oggi come normalità. Immortalare l’attimo, il vivere in simbiosi con le apparecchiature tecnologiche trasformate in centrali di informazioni danno vita ad un passe-partout della vita social in espansione. Se non hai questo modello di cellulare, lo spot ti dice che non hai il potere della scelta. Ma ciò che più dobbiamo sottolineare, non sono solo queste logiche pubblicitarie, ma il modello di economia predatoria che ormai regola le nostre vite dietro al mondo digitale.

I ricchi nel mondo diventano sempre meno ma sempre più ricchi, mentre rimane una grande parte di umanità che vive con il minimo indispensabile, tale da non potersi permettere una cittadinanza digitale. Il predominio di una logica economicista capace di produrre molti beni di consumo e di ammaliare con i miracoli della tecnologia ci acceca senza vedere alternative. L’educazione nell’era digitale diventa più che mai un atto di profezia e salvaguardia dell’umano che deve saper identificare i sistemi di potere da disinnescare, e lottare contro il sistema ingiusto. La tecnologia è sogno e incubo non sempre per il fatto di come viene usata, ma dall’idea che genera. Quanto sarebbe balla una tecnologia digitale che favorisca una politica democratica e che non sia gestita solo dai potenti anche per quanto riguarda la comunicazione e le sue quattro multinazionali (Google, Apple, Facebook e Amazon).

Nulla accade gratis, ma grazie ad una conoscenza ampia della società e del mondo digitale che tutti abitiamo, con una capacità politica si può pensare ad un modello sociale ed economico equo e che eviti la disparità tra un mondo di pochi ricchi e di molti poveri perché le tecnologie in fondo ci vengono presentate per migliorare le condizioni di giustizia e di libertà.

 

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