La crisi ecclesiale che ha come segno le chiese semivuote ci mette di fronte a riconoscere meglio la post-modernità e il bisogno dell’adulto che ci manca.
L’adulto postmoderno è colui che ha scoperto all’improvviso di possedere “il diritto di avere diritti” e questo lo spinge ogni giorno a non risparmiarsi per restare giovani ogni giorno. L’adulto senza una verità ha dato vita ad una molteplicità che hanno permesso non di non cercare la salvezza al di fuori di quello stato di “eterna giovinezza” che per Armando Matteo ha anestetizzato il senso di prossimità, di responsabilità o di progettualità che non coincida con i propri programmi ma chiudendosi in quelle che sono le sperimentazioni possibili divenendo una sorta di animale mai cresciuto, adulto, maturo con un’autoconsapevolezza di sé.
Il consumo, l’apparenza sono parte di quell’adulto post-moderno che non ha bisogno di vincoli e rinunce onerose ma vuole rimanere individuale con la sua unicità e nel web trovare lo spazio giusto per attuarlo. Se da una parte la vita ci sembra più soft e più leggera attraverso le tante comodità dall’altra ci dobbiamo rendere conto che la nostra libertà e la nostra unicità, sottratta alla trascendenza, sospinte dalla spinta tecnologica che abbatte il concetto di natura, sembrano non trovare ostacoli; ma dall’altra ci chiediamo quanto le generazioni precedenti vivevano benissimo facendo a meno di tutta questa tecnologia e di come non avevano bisogno di affermare questa unicità e libertà ormai sbandierata da tutti. Il profilo di un adulto post-moderno è quello sempre più ripiegato su sé stesso, sempre più narcisista ed egolatra e forse anche più manipolatore.
È tempo di dare un vestito nuovo alle nostre chiese pronte a convertire l’adulto peter pan: sono le relazioni significative che non solo riempiranno le chiese ma troveranno quell’adulto del quale le nostre forze pastorali hanno un urgente bisogno. Tramontata la cristianità, impariamo a portare davvero il vangelo con mitezza sapendo accompagnare le persone e non allontanandole riempiendole di sensi di colpa dando vita ad un cristianesimo diverso e cioè quello della gioia. È la gioia degli adulti credenti il vero vaccino contro l’individualismo radicale che oggi affligge il mondo.