“Questa Giornata mondiale della gioventù è un’occasione unica per andare incontro e avvicinarsi ancora di più alla realtà dei nostri giovani, piena di speranze e desideri, ma anche profondamente segnata da tante ferite”.
Ne è convinto Papa Francesco, che nell’incontro con i vescovi a Panama ha citato il Sinodo dei giovani e ha ricordato che questi ultimi “portano dentro una inquietudine che dobbiamo apprezzare, rispettare, accompagnare; e quanto bene fa a tutti noi, perché ci smuove e ci ricorda che il Pastore non smette mai di essere un discepolo ed è sempre in cammino”.
“Questa sana inquietudine ci mette in movimento e ci precede”, ha sottolineato Francesco: “Questo hanno ricordato i Padri sinodali”, e “deve riempirci di gioia constatare che la semina non è andata a vuoto”. “Molte di quelle aspirazioni e intuizioni si sono sviluppate in seno alla famiglia, nutrite da una nonna o da una catechista, o nella parrocchia, nella pastorale educativa o giovanile”, ha fatto notare il Papa: “Desideri che sono cresciuti nell’ascolto del Vangelo e in comunità con fede viva e fervente che trova terra per germogliare”.
“Come non ringraziare di avere giovani desiderosi di Vangelo!”, ha esclamato Francesco, secondo il quale “questa realtà ci stimola a un maggiore impegno per aiutarli a crescere offrendo loro spazi maggiori e migliori che li generino al sogno di Dio”. “La Chiesa per sua natura è Madre e come tale genera e incuba la vita proteggendola da tutto ciò che può minacciare il suo sviluppo”, le parole del Papa: “Gestazione nella libertà e per la libertà”. Di qui l’invito a “promuovere programmi e centri educativi che sappiano accompagnare, sostenere e responsabilizzare i vostri giovani”.
“Rubateli alla strada prima che sia la cultura della morte che, vendendo loro fumo e soluzioni magiche, catturi e sfrutti la loro immaginazione”, l’appello di Francesco: “E fatelo non con paternalismo, dall’alto in basso, perché non è questo che il Signore ci chiede, ma come padri, come fratelli verso fratelli. Essi sono volto di Cristo per noi e a Cristo non arrivare dall’alto in basso, ma dal basso in alto”.
“Sono molti i giovani che purtroppo sono stati sedotti con risposte immediate che ipotecano la vita”, l’analisi del Papa, che ha citato ancora una volta i padri sinodali: “Per costrizione o mancanza di alternative essi si trovano immersi in situazioni fortemente conflittuali e senza rapida soluzione: violenza domestica, femminicidio - che piaga vive il nostro continente in questo senso! - bande armate e criminali, traffico di droga, sfruttamento sessuale di minori e non più minori, e così via; e fa male vedere che, alla base di molte di queste situazioni, c’è un’esperienza di orfanezza frutto di una cultura e di una società che ha rotto gli argini. Famiglie molto spesso logorate da un sistema economico che non mette al primo posto le persone e il bene comune e che ha fatto della speculazione il suo ‘paradiso’ dove continuare a ingrassare non importa a spese di chi. E così i nostri giovani senza il calore di una casa, senza famiglia, senza comunità, senza appartenenza, sono lasciati in balìa del primo truffatore”.