Non pensavo che sarei tornato a scrivere, a ben vedere anche fin troppo presto, di Chiara Ferragni et similia. Gli influencer sono persone che vivono sulla superficie percepibile, e quindi sono per definizione argomento noioso.
Tuttavia, se la volta scorsa ne parlammo in relazione alla possibilità per lei e il marito di cambiare rotta e vivere la possibilità di una vita più vera, resa tale dall’esperienza della fragilità e della malattia, oggi ne vogliamo parlare proprio perché questa possibilità non l’hanno voluta cogliere, dando l’avvio a un’interessante schermaglia tra generazioni.
L’oggetto del contendere è una foto che la Ferragni ha postato un paio di giorni fa su Instagram, in cui risulta sostanzialmente nuda, fatto salvo un diafano tanga. Fin qui, niente di particolare, niente di nuovo: pensiamo al povero marito, che deve sempre girare a torso nudo, perché deve sempre far vedere i muscoli tatuati. La visibilità social comporta un continuo tendenziale denudarsi, dei corpi e dei fatti propri, perché vive della concupiscenza degli occhi che sa stuzzicare e pascere, quella vana curiositas che porta a disperdersi e a vivere in periferia di se stessi, incapaci di profondità, perennemente ticchettanti con il dito su uno schermo. Distratti. Fin qui, lo ribadiamo, niente di nuovo.
Uno spunto particolare però ce l’ha data la reazione di varie adolescenti, fin qui ammiratrici sfegatate della donna e del suo brand occhiuto, che si sono dette indignate di una simile esposizione, e per due motivi interessanti. Prendiamo in esame, tra i tanti, il messaggio che ha colpito di più i media, anche per l’età della mittente:
“Bho io ho 11 anni (quasi 12) e se vedo ragazzine di 15 anni che si fanno ste foto penso che sinceramente siano inadeguate a maggior ragione ke senso ha che lo faccia tu? Cioè a parte che in questa foto non fai vedere vestiti o costumi da bagno ma praticamente te stessa nuda. Qual è il messaggio per noi ragazzine? Che per farci notare dobbiamo metterci nude? Io non lo trovo un bel messaggio da mandare, compro tante cose tue quaderni costumi da bagno vestiti, mi piacciono molto però ultimamente trovo che tante foto sono diventate volgari danno messaggi sbagliati non c’è un senso a questa foto. Mia mamma ha 34 anni e le foto in costume al mare le mette ho una bella mamma ma se mettesse una foto così io mi sentirei malissimo penserei che mi devo vergognare del suo comportamento nn ne sarei x niente fiera”.
Anzitutto, alla Ferragni è stato rimproverato che dal tipo di foto che arriva a mettere, sembra che questo sia l’esempio che voglia trasmettere alle ragazze più giovani che vedono in lei il tipo di donna realizzata; i bambini (perché a undici anni si è bambini) nei contenuti che gli arrivano vedono un messaggio, ovvero una comunicazione per loro: ecco perché va cercata nella mancata vigilanza di quanto i social veicolano una delle cause dei comportamenti devianti delle nuove generazioni. Laddove nel mondo reale gli adulti (specialmente i padri) si eclissano inseguendo infinite adolescenze, gli adolescenti quelli veri cercano altrove un contenuto e un orientamento, e se sicuramente sbagliano a cercare ciò nei social (ma chi gli offre un’alternativa?), fanno senz’altro bene a pretendere qualcosa di più, soprattutto quando si tratta di “gestire” il proprio corpo, la propria immagine… questioni che trovano sempre i più giovani molto sofferenti e molto attenti.
L’altro filone di critiche che questo messaggio rappresenta concerne la sua maternità: «Mia mamma ha 34 anni…» Questo è ancora più interessante, perché la bambina autrice del messaggio si appella alle relazioni di Chiara per contestarne l’indebita esposizione. Relazioni versus esibizioni. Laddove la pornografia rifugge qualunque personalizzazione, riducendo il corpo alla sua superficie e oscurando volti e storie per farne cose, cose fruibili (nessuno si ecciterebbe sapendo che quella donna, quell’uomo, hanno problemi, timori, una nonna, un sogno, ecc.), al polo opposto è l’intreccio di relazioni che forma la storia di una persona a ricordarne la preziosa unicità, l’impossibilità di ridurla a cosa. Quel corpo non è mera carne fremente a disposizione, è un corpo di madre, è un corpo amato, che nutre, che abbraccia, che coccola, che è stretto da manine… ci si ricorda della sacralità del corpo, e dunque della sua inviolabilità, quando ci si ricorda che è solcato di relazioni - ecco perché sicuramente l’intelligenza artificiale rimpiazzerà il mondo della pornografia “in carne e ossa”, perché un corpo creato ad hoc, magari secondo le proiezioni e le ossessioni dell’acquirente virtuale, è più appetibile di un povero corpo umano vero, segnato da una storia, da relazioni, da limiti.
L’indignazione di un’undicenne per l’atteggiamento spudorato della Ferragni è un singulto di lucidità che fa ben sperare, e dovrebbe far tremare i Moloch del consumo e del plagio: non la darete a bere per sempre ai ragazzi.
Ci salveranno i giovani, perché iniziano già a non poterne più del pattume degli adulti, e delle loro patetiche giustificazioni per la propria immaturità.
Infatti, che ha risposto la Ferragni alla polemica suscitata da questa bimba agguerrita? “Il messaggio per tutte, ragazzine e non, da parte mia è molto semplice: nessuno ci può giudicare o farci sentire sbagliate. […] Faccio incxxxxre i puritani? Missione compiuta allora”. Non ha risposto.
Tralasciando il fatto che probabilmente la Ferragni non sappia neanche chi siano i Puritani, qui il punto è che a indignarsi non è stato qualche bigotto di mezza età - anzi, il post è pieno di tardone seccate per le critiche, e che ribadiscono il diritto a denudarsi per dirsi che si sta bene.
No Chiara, a indignarsi è stata una bambina di undici anni, e dietro di lei tante altre che per fortuna si stanno stufando degli alibi di noi adulti mancati d’oggi. A scriverti è stata una bambina che più o meno ha l’età dei tuoi figli, ai quali speriamo tu non propini risposte analoghe a quelle che dai ai tuoi (si spera ex) fan.
Hai ragione Chiara: è un bene che i puritani di undici anni si arrabbino, perché sarà la loro rabbia, un giorno, a buttare via tutto il pattume che il sistema che ti usa e ti arricchisce gli propala, e così, forse, sarai libera anche tu di essere davvero te stessa, finalmente.