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Lo stato di nutrizione dell’individuo è espressione del comportamento alimentare e della conseguente risposta dell’organismo.

 

 

 

Quest’ultimo è in grado di riflettere l’adeguatezza o meno della dieta nel breve, medio e lungo termine. Una dieta adeguata consiste essenzialmente nel consumo di alimenti in qualità e quantità tali da assicurare il soddisfacimento dei bisogni di energia e nutrienti, rispettando combinazioni e proporzioni tali da non arrecare rischi potenziali per la salute.

Durante la gravidanza, la donna deve seguire una alimentazione particolarmente equilibrata in rapporto ai bisogni dell’organismo materno ed a quelli dello sviluppo dell’embrione.

Il periodo gravidico comporta anche una sorveglianza medica regolare, pesate frequenti per controllare l’aumento ponderale ed uno stile di vita più tranquillo per evitare situazioni di stress e sforzi inutili. L’aumento dovrebbe essere progressivo: 1,5-2 kg alla fine del 3° mese, 3,5-5 kg al 5° mese e 9-12 kg al termine della gravidanza. L’aumento di peso non è costante: fino al quarto mese si ingrassa, in genere, poco (2-3 chili), successivamente l’incremento diventa più rapido (300-400 g la settimana).

Una crescita ponderale molto inferiore rispetto a quella indicata può avere ripercussioni sullo stato di salute della madre stessa come ridotta resistenza alle malattie e maggiore rischio di gestosi (disturbi da ricercarsi in alterazioni della placenta che possono compromettere la gravidanza); ma anche sul nascituro, sia con effetti immediati (nascita sottopeso, difetti congeniti, mortalità prima o dopo la nascita) che a distanza di tempo (ritardo della crescita e dello sviluppo).

Un aumento di peso eccessivo va evitato, perché è faticoso per la madre e comporta dei rischi al momento del parto. Anche il nascituro, più grosso del normale, è a rischio di sovrappeso e obesità.

L’alimentazione deve essere varia leggermente più abbondante del periodo pregravidico; dato che spesso vi possono essere dei transitori disturbi digestivi, sono da evitare i cibi di difficile digestione.

Durante la gravidanza, oltre all’energia vanno incrementate in modo significativo le proteine: 1 g in più al giorno nel primo trimestre, 8 g in più al giorno nel secondo trimestre, 26 g in più al giorno nel terzo trimestre. Aumenta la necessità di calcio (circa 1000 mg/die) e fosforo (circa 700 mg/die). Il calcio di cui il feto ha bisogno per lo sviluppo scheletrico, se non viene fornito con l’alimentazione, è preso dalle ossa materne che vanno incontro a decalcificazione. Il fabbisogno medio di ferro è più che raddoppiato soprattutto nell’ultima fase della gravidanza (fino a 22 mg/giorno) e aumenta anche il fabbisogno di folati (vitamina B9 o acido folico) che prevengono la “spina bifida”del feto (malformazione genetica a carico della colonna vertebrale). Deve essere assicurato sempre un adeguato apporto di acqua (1,5-2 l al giorno) e occorre assolutamente eliminare il consumo di bevande alcoliche (alcol etilico) e ridurre drasticamente quelle nervine (caffeina).

Per info o domande: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. (dott.ssa Francesca Leone - Biologa Nutrizionista)

 

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