“Non dovete perdere la speranza, perché il Natale è la festa della speranza, perché la luce di Cristo è in mezzo a voi. Prima o poi questa guerra finirà”.
“Quando sarà finita, costruiremo tutto, costruiremo le nostre scuole, i nostri ospedali, le nostre case. Potete essere certi che non vi lasceremo mai e faremo di tutto per sostenervi. Dobbiamo rimanere resilienti e pieni di forza”. Lo ha detto il patriarca latino di Gerusalemme, card. Pierbattista Pizzaballa, celebrando ieri mattina la messa nella parrocchia latina della Sacra Famiglia, a Gaza. Il patriarca, con la sua delegazione, è entrato dal valico di Erez per raggiungere la comunità cristiana gazawa sfollata negli ambienti parrocchiali a causa della guerra.
Nell’omelia, trasmessa in diretta Facebook mentre in sottofondo si sentiva il rumore dei droni israeliani, il patriarca ha voluto esprimere la sua gioia per essere “tra voi oggi e vi porgo i saluti di tutti coloro che vi esprimono il loro amore, le loro preghiere e la loro solidarietà. Tutti volevano venire e stare con voi e portare doni, ma non abbiamo potuto portare molto”.
“Viviamo in un tempo pieno di oscurità. In questi momenti dobbiamo guardare a Gesù, perché Lui ci dà la forza di sopportare questo periodo buio. Nell’ultimo anno, abbiamo imparato che non possiamo fare affidamento sugli esseri umani. Quante promesse sono state fatte e mai mantenute? E quanta violenza e odio sono sorti a causa delle persone? Per rimanere saldi nella speranza - ha detto il cardinale - dobbiamo essere profondamente radicati in Gesù. Se siamo stretti a Lui, possiamo guardarci l’un l’altro in un modo diverso”. Forte l’appello del patriarca: “Non dobbiamo permettere all’odio di infiltrarsi nei nostri cuori. Dobbiamo rendere i nostri cuori disponibili solo per Gesù. Dobbiamo rimanere saldi nella nostra fede, pregare per la fine di questa guerra. Con Cristo, nulla può sconfiggerci”.
Da Pizzaballa anche motivi di speranza: “Nonostante la violenza cui abbiamo assistito l’anno scorso, abbiamo anche visto molti miracoli. In mezzo all’oscurità, c’erano persone che ci volevano aiutare. Il mondo intero, non solo i cristiani, voleva sostenerci”. E infine un impegno, una missione: “Dobbiamo preservare la nostra unità per mantenere la luce di Cristo qui a Gaza, nella nostra regione e nel mondo. Uno di voi una volta mi ha detto: ‘Siamo cristiani, non c’è violenza nel nostro sangue. Vogliamo rimanere cristiani e essere luce in questa terra’. Grazie per tutto quello che fate. Siamo orgogliosi di voi, non solo per quello che fate ma perché avete preservato l’identità di cristiani appartenenti a Gesù. L’appartenenza a Gesù rende tutti amici e le nostre vite così diventano donazione per tutti”. Durante la messa il patriarca ha amministrato i sacramenti della Cresima e della Comunione ad un piccolo gruppo di bambini e bambine.
La visita odierna fa seguito a quella effettuata lo scorso maggio, la prima dopo lo scoppio della guerra del 7 ottobre 2023. In quella occasione il patriarca aveva anticipato la notizia in un videomessaggio di incoraggiamento e vicinanza alla piccola comunità della Striscia. “Lo scopo di questa mia visita - esordiva così il cardinale - è stare con loro, abbracciarli, aiutarli quanto più possibile, verificare le loro condizioni e migliorarle”. Cosa che si è ripetuta ieri quando il patriarca ha fatto ingresso nel cortile della parrocchia, accolto dal parroco, Padre Gabriel Romanelli, insieme al suo vicario, Padre Yousef e a Padre Carlos Ferrero, Superiore provinciale dell’Istituto del Verbo Incarnato (Ive). Domani 24 dicembre, il card. Pizzaballa sarà a Betlemme dove, nella chiesa di Santa Caterina, celebrerà la messa della notte di Natale.