“L’ingresso di un vescovo richiama il segno di una porta che si apre e di una comunità che accoglie. Camminare insieme: popolo di Dio e vescovo con il vangelo in mano. Non ho un programma da proporre. Ho da proporvi di seguire Gesù”.
“Una terra è bella per le donne e gli uomini che la abitano. Insieme possiamo mostrare la bellezza della solidarietà e della gratuità, da cui viene la beatitudine”. Queste le parole di mons. Giorgio Ferretti, che domenica pomeriggio – presente anche l’arcivescovo Michele Seccia - ha celebrato alla Fiera di Foggia l’inizio del ministero pastorale come arcivescovo metropolita di Foggia-Bovino.
Il rito, a cui ha partecipato una folta delegazione della Comunità di Sant’Egidio, assieme al fondatore Andrea Riccardi e al presidente Marco Impagliazzo, è stato concelebrato da mons. Vincenzo Pelvi, vescovo emerito di Foggia-Bovino, mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la vita, mons. Ambrogio Spreafico, vescovo di Frosinone-Veroli-Ferentino, e da altri presuli della Conferenza episcopale pugliese, alla presenza di numerosi sindaci della Capitanata, tra cui la sindaca di Foggia, Maria Aida Episcopo, del viceprefetto, delle autorità militari e di polizia. Commentando il Vangelo di Giovanni (1,35-42), mons. Ferretti ha osservato: “L’Evangelista parla della ricerca di due uomini, che dalla Galilea si erano spinti al Giordano. Bisogna sempre cercare un oltre, non accontentandosi di sé stessi, perché nell’oltre c’è bellezza e c’è conforto. La conversione è sempre una risposta a una chiamata”. “L’iniziativa viene da Gesù, ma i discepoli avevano nel cuore il desiderio di una vita nuova - ha proseguito l’arcivescovo - e la loro richiesta di un maestro si lega al bisogno di un luogo dove sentirsi a casa. Questo deve essere la Chiesa: una casa con le porte aperte, la casa dei nostri sogni, una casa di fede e comunione dove, come dice Papa Francesco, chi cerca troverà ascolto”.
“È una domanda che sale anche dai più giovani: trovare un maestro e qualcuno che ti vuol bene per davvero, in un tempo segnato da una mentalità in cui conta solo il denaro e ci si separa gli uni dagli altri”, ha concluso il presule.