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I ragazzi del “Fornelli”, carcere minorile di Bari, quest’anno propongono “Il grembiule del servizio”.

 

 

Dopo il primo laboratorio “Il profumo dell’amore” e l’offerta delle essenze per il sacro crisma e il secondo dal titolo “Il pane del perdono” con la realizzazione artigianale delle ostie, stavolta hanno realizzato un grembiule bianco sul quale hanno voluto dipingere la bellezza di una croce luminosa e un catino con l’acqua; la spiegazione più efficace arriva dalla voce di uno di loro: “Quella grande croce rossa è l’amore grande di Gesù che a noi ha dato tutto se stesso… Più di così non ci poteva amare! Quel catino con l’acqua mi ricorda il gesto di Gesù quando durante l’Ultima Cena ha lavato i piedi dei discepoli; e le tre onde che formano il catino sono le parole di Gesù che dopo averci lavato i piedi ci ripete ti voglio bene”.

E mentre sono lì sorridenti alle prese con colori e pennelli a dipingere tra stupore e meraviglia i loro primi grembiuli esclamano dicendo: “Però ragà, non stanno venendo perfetti, il colore in certi punti sta sbavando, ma ci piacciono lo stesso, perché ci assomigliano! Noi siamo belli perché imperfetti ma non per questo Dio ci allontana o non ci vuole bene”.
Ha accompagnato questo percorso di riflessione il vescovo Tonino Bello e la sua interpretazione della sera del Giovedì Santo; dalla lettura dei suoi scritti i ragazzi hanno chiesto di voler realizzare per tutte le parrocchie della diocesi di Bari-Bitonto questo “segno del potere” perché si comprenda “il potere di questo segno”.

“Servire gli altri? Ma io mi sono sempre fatto servire”; “ho comandato sempre e su tutti… io comandavo fuori di qua e tutti dovevano servirmi e portarmi rispetto”, “il più forte non si abbassa davanti a nessuno, non si sottomette mai”; “il più grande è chi si fa portare rispetto e non si fa togliere la dignità da nessuno”, sono alcune delle loro voci.

 

 

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