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Dopo l’incontro della Commissione catechistica regionale pugliese del 25 maggio 2021 per riflettere sulla situazione della catechesi nelle nostre diocesi (LEGGI IL DOCUMENTO FINALE) alla luce del periodo di pandemia che stiamo attraversando, il 13 luglio scorso, ad Ostuni, si è svolta una giornata di riflessione e discernimento comunitario a cui hanno preso parte i delegati di quattordici diocesi.

 

 

 

“Ripensare la catechesi in Italia. La lezione della crisi sanitaria Covid-19”: questo il tema sviscerato e approfondito in uno spazio di confronto fra le diverse pratiche narrate dalle Chiese locali, in un clima di preghiera, di ascolto della Parola di Dio e dell’arcivescovo presidente, mons. Domenico Caliandro, a cui è seguita la relazione di don Antonio Lattanzio, dottorando presso l’Institut Catholique de Paris.

Il disorientamento e lo smarrimento della comunità ha messo in evidenza una condizione di fragilità che è stata declinata in modi diversi nelle realtà parrocchiali pugliesi.

La crisi della catechesi era già nota; ma già a partire dai primi giorni di marzo del 2020, parroci, catechisti, educatori e animatori si sono interrogati sul come sopperire alla impossibilità di incontrarsi di persona.

Se per un verso ci sono state molte resistenze ad un cambiamento ormai irreversibile, dall’altro verso si registrano delle mentalità sensibili in merito a queste aperture. I catechisti hanno manifestato un grande desiderio formativo, facendo emergere l’urgente bisogno di rimodulare concretamente la metodologia dell’annuncio.

In base all’esperienza vissuta finora sono apparsi superabili gli incontri di catechesi con frequenza settimanale che seguono l’impostazione e i tempi scolastici (calendarizzazioni rigide, linguaggio dottrinale, un certo rigorismo morale), a favore di itinerari catechetici, e non di singoli eventi, che promuovano un’attenzione alle persone, ai loro bisogni, ai loro passaggi e ritmi di vita, nella consapevolezza che il cammino di crescita nella fede che ciascuno intraprende ha tempi e modi diversi.

Una delle grandi novità è stata l’abitare il mondo dei social-media come presenza costruttiva con la consapevolezza e la difficoltà di entrare nei meccanismi del mondo digitale, intercettando più persone anche al di fuori dei nostri contesti (genitori dei ragazzi solitamente assenti, adulti attratti da percorsi biblici, …).

Da qui emerge un bisogno di formazione all’uso dei nuovi linguaggi, la capacità di introdurre il mondo digitale in maniera ordinaria, trovando il giusto equilibrio tra la possibilità di fare incontri in presenza, a distanza e da remoto.

La sfida della formazione comune degli operatori pastorali (laici e presbiteri) mira ad accrescere una pluralità ministeriale, creando spazi di corresponsabilità.

In questa prospettiva, è necessario che la formazione abbia una “dimensione vocazionale come base fondamentale del processo formativo e della missione catechetica”, come dice don Antonio Lattanzio, “ed un approccio metodologico azione-analisi-sintesi-azione (reflection – action proposal)”.

Affidandoci all’icona biblica della pesca miracolosa (Gv 21,1-19), riecheggia la voce del Signore che ci invita “a gettare la rete dalla parte destra della barca” (Gv 21,6a), ossia a cambiare prospettiva, ad andare oltre i nostri schemi e le nostre convinzioni del “si è sempre fatto così”, aprendoci a nuovi spazi e tempi di pesca.

 

 

 

Forum Famiglie Puglia