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Oggi ricorre la giornata mondiale degli insegnanti, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura (Unesco), negli anni scorsi ha commemorato lo status dell’insegnante considerandolo come “la principale struttura di riferimento per i diritti e le responsabilità dei docenti su scala mondiale”.

 

 

 

La figura dell’insegnante nel corso della storia ha avuto designazioni differenti e ruoli sociali contrastanti, passando da un ruolo riconosciuto come autorità dello Stato a un ruolo servile e svilente. Il Covid 19 e le vicende legate al lockdown hanno portato nuovamente all’attenzione sociale politica ed economica il ruolo fondamentale della scuola e soprattutto il ruolo imprescindibile dell’insegnante, la sua caparbietà e capacità di reinventare un mestiere per riuscire a rispondere tempestivamente all’emergenza. La pandemia deve essere vista come opportunità di rivalutare la figura professionale “visionaria” e coraggiosa del maestro, sempre rivolta al futuro, attenta alle criticità sociali e culturali della Nazione sentendo la responsabilità politica e civile del futuro del Paese.

“Essere Maestro” non è un ripiego professionale, all’interno di esso della sua anima della sua professionalità non convergono soltanto i saperi, ma la sua figura racchiude elementi etici e valoriali, modelli comportamentali e soprattutto l’amore indiscusso per l’umanità e le giovani generazioni, esso ha occhi profondi e “innamorati”, è un eterno sognatore, si riconosce per il suo entusiasmo e per il fanciullo che è in lui, alimentato dalla volontà di non invecchiare ed essere in grado di capire ( anche se lo scarto generazionale anagrafico tra lui e i suoi alunni può essere elevato) il linguaggio e i bisogni dei suoi alunni, è in grado di emozionarsi, sorprendersi, scoprire, e vivere sempre quell’emozione della prima volta.

Nonostante la grande responsabilità sociale che la figura dell’insegnante riveste all’interno della società, essa non ha ancora i giusti riconoscimenti, gli insegnanti subiscono la trascuratezza da parte degli enti pubblici in termini di rispetto, giusto ruolo all’interno di un sistema professionale. Mi preme ricordare, l’affermazione del ministro Bianchi in occasione delle commemorazioni del 2 giugno 2021 : “gli insegnati sono i primi rappresentanti dello Stato che un cittadino incontra nella sua vita”. Ed io aggiungerei: “che lo indirizza verso scelte di vita a volte come riscatto sociale altre volte rischiando di perderlo”.

La giornata di oggi sia monito per l’opinione pubblica per rivalutare tale figura dandole giusto rispetto e posto all’interno del sistema sociale, ma sia anche una riflessione per gli insegnanti ricordando loro la grande responsabilità nei confronti del  futuro del singolo individuo  e della comunità.

 

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