Le partite equilibrate le decidono gli episodi. A volte sono le prodezze dei singoli, mentre altre volte sono gli errori difensivi. Certo, le prodezze dovrebbero valere di più, sono il bello del calcio, ma c'è anche chi gioca sugli errori altrui.
Questa potrebbe essere la sintesi di Lecce-Brescia. Il Lecce poteva contare sul meraviglioso Strefezza, autore di uno splendido gol, ma la frittata si materializzava grazie a un 'orrore' in uscita del portiere Plizzari, che regalava il rigore e poi il pari al Brescia.
Purtroppo, quest'anno il Lecce non è fortunato coi suoi portieri e già per la seconda volta consecutiva impattava a causa di errori degli estremi difensori (Bleve e Plizzari).
Il Lecce scendeva in campo consapevole della grande importanza della gara e mister Baroni decideva di apportare le consuete modifiche alla formazione iniziale, in parte per scelta tecnica e in parte perché costretto da squalifiche e infortuni. Ritornava però al modulo vincente provato fin dall'inizio, cioè il 4-3-3, con la novità assoluta rappresentata da Bjorkengren, che, insieme a Hjulmand e Helgason, costituiva l'ossatura del centrocampo. In avanti, Baroni sceglieva ancora Rodriguez, unitamente al rientrante Strefezza e al bomber Coda.
Di contro, il Brescia di Inzaghi si presentava guardingo in difesa e pronto ai lunghi lanci per Moreo, molto abile sulle palle alte, Leris, insidioso in velocità e Tramoni, dotato di buona tecnica.
Il Lecce partiva molto forte e Coda si faceva subito notare nella costruzione del gioco. Strefezza e Rodriguez si accentravano con frequenza per supportare il bomber di Cava, mentre Helgason e Bjorkengren lavoravano sui rispettivi fronti di competenza, senza però creare la superiorità numerica sulle fasce.
La partita la sbloccava allora Strefezza che, al 18', dalla destra, ricevuta palla da Hjulmand, si accentrava e tirava un bolide meraviglioso dai 25 metri facendo esplodere di gioia il Via del Mare, riscaldato dalla prodezza del brasiliano e colorato a festa per l'importante match.
La Nord spingeva i ragazzi giallorossi a proseguire nella ricerca del raddoppio.
Purtroppo, però, dopo tre uscite difettose, Plizzari ne combinava una grossa, andando a valanga sull'attaccante Leris. L'arbitro dava il rigore che Pajac sbagliava, ma sulla ribattuta Bisoli segnava.
Proprio allo scadere il Lecce aveva una chance con Coda su sviluppo da calcio d'angolo, ma Joronen compiva una bella parata. Nella ripresa, Baroni inseriva subito Gargiulo (insolitamente a destra) al posto di uno spento Helgason. Il Lecce ricominciava a macinare gioco, ma, nonostante i molti cross, era poco pericoloso e rischiava tantissimo in contropiede, come quando Plizzari era costretto a chiudere su Tramoni in uscita. Calabresi da quel lato teneva poco le offensive lombarde e veniva saltato con facilità.
Il Lecce non creava più occasioni, ma per lo meno non soffriva. Strefezza era ingabbiato e anche stanco, Rodriguez sbagliava molto anche se era generoso e Gargiulo dava il suo apporto senza strafare. La gara era di nuovo in salita per i giallorossi che però serravano le fila e non correvano altri pericoli.
Baroni nel finale inseriva Gallo al posto di Barreca per dare nuovo slancio a sinistra, anche perché dall'altro lato gli sganciamenti erano impossibili dato l'ingresso del pericoloso Palacio, il quale però si infortunava dopo 10 minuti e veniva a sua volta sostituito.
Il rush finale era sospinto dalla Nord, il cui tifo era incessante e la squadra veniva ancora modificata da Baroni che inseriva Listkowski e Blin. Hjulmand giganteggiava da par suo, e il Lecce ripartiva in contropiede, grazie al lavoro inesauribile di Coda che tirava da tutte le posizioni. Il Lecce sembrava stanco ma non domo. Si difendeva con ordine e sfruttava gli spazi ampi in avanti.
I giallorossi avevano ancora birra per gli ultimi minuti e si gettavano coraggiosamente in avanti, creando anche dei buoni presupposti con Strefezza, Coda e, persino, con Simic (subentrato ad uno stanco Dermaku) che svettava in area di testa ma non trovava il bersaglio. Così il risultato non si schiodava.
Il Lecce avrebbe meritato ai punti e se quel tiro di Strefezza in pieno recupero fosse andato nello specchio della porta sarebbe stata l'apoteosi. Il Lecce comunque manteneva le distanze sul Brescia e usciva rafforzato dalla prestazione odierna. Ora però lo attendono due trasferte insidiose e c'è un primato da difendere.